Il pericolosissimo Wax
Una settimana fa, una notizia di cronaca ha riportato che in un quartiere di Catania è avvenuto il sequestro di una grossa quantitativo di cannabis.
Tra questi anche il pericolosissimo wax.
Descriverò in breve questa potente sostanza; meglio dire un prodotto, uno dei tanti prodotti della cannabis.
Premetto che è opinione diffusa che la marijuana non faccia male, perché naturale.
Questo convincimento è molto sbagliato e, non di rado, sembra di difficile comprensione.
Qualsiasi sostanza può essere dannosa in rapporto prima di tutto con la quantità (la dose) ed anche con i principi attivi in essa contenuti.
Si può morire di acqua purissima o di aria ricca troppo ricca di ossigeno o nell’assenza di questo….e così via.
Quindi, accennando alla cannabis si può dire che la sua pericolosità era molto contenuta sino a qualche anno fa, quando la concentrazione di THC presente era intorno al 5-7% (parlo della marijuana); certo, hascisc, olio erano certamente più potenti ma nel tempo tutto è cambiato.
Attualmente qualsiasi prodotto della cannabis presenta elevati contenuti di principi attivi (per evidenti ragioni di mercato) e come tale l’azione e gli effetti possono essere molto forti e dannosi.
Lo schema illustra le diverse concentrazione di THC con i differenti metodi estrattivi
WAX – marijuana concentrata
E’ questo un “materiale” ad elevatissimo contenuto di THC (praticamente c’è solo questo principio); era già in uso qualche anno fa ma non ne avevo più sentito parlare. La metodica estrattiva è però ancora in uso e altrettanto i possibili acquirenti.
Il wax è in apparenza simile al burro o al miele, di colore tendente al giallo.
BHO = Butane Hash Oil
A seconda del metodo di estrazione applicato, le trame e i colori possono variare notevolmente, da appiccicoso e scuro (detto olio di miele) a dorato (detto cerume o wax) o altre sfumature di colore.
Tale composto è estremamente ricco di THC unico principio attivo ad azione psicotropa presente dei prodotti della cannabis – con un range di concentrazione tra il 40 e l’80%, quindi molto di più di quanto è presente nella marijuana o nell’hascisch attualmente sul mercato, che pure ne sono provvisti a volte sino al 30 %.
I nomi da strada utilizzati negli Stati Uniti sono:
710 (il numero deriva dal termine OIL capovolto e poi scritto all’inverso), cerume, olio di miele, budder (che non significa burro ma assomiglia a butter), butano, vetro nero ed anche errl.
Wax (cera-cerume) è comunque un termine con cui è già spesso definito anche in Europa.
Come si usa
Assieme al cibo o bevande ma soprattutto viene fumata mediante pipe all’acqua per haschisc e compatibili con il wax.
Molti consumatori preferiscono vaporizzare il concentrato con le sigarette elettroniche perchè non causa fumo, ma vapore, non ha odore (profumi) ed è facile da nascondere.
In sostanza si può fumare in varie circostanze e senza insospettire l’ambiente vicino.
Una piccola quantità di concentrato viene riscaldata dalla sigaretta elettronica e immediatamente si ottengono gli effetti della sostanza.
La procedura viene detta negli Stati Uniti dabbing o vaping.
Oltre a concentrare il THC la procedura concentra anche i pesticidi o le micotossine prodotte dalle muffe o altro estraibile e questo è stato osservato nelle analisi di laboratorio.
Gli effetti
Gli effetti sono quelli propri ed attesi dal THC ma particolarmente forti e quindi vi è un elevato pericolo di stati di paranoia, ansia, attacchi di panico, allucinazioni, tachicardia, ipertensione arteriosa. Non ultimo lo sviluppo di stati di dipendenza o stati astinenziali.
Tutto ciò è ovvio e prevedibile. La concentrazione è talmente elevata che bisogna attendersi il verificarsi di tali effetti collaterali oltre a quelli voluti.
Si potrebbe dire che l’esperienza non èper giovani fumatori a bassa tolleranza e scarsa abitudine.
Come si ottiene
Il processo di estrazione del THC dalla cannabis avviene di solito mediante il butano o altri gas compressi.
Il butano è un solvente apolare e si lega bene con le sostanze lipofile come il THC ma è molto pericoloso perchè rapidamente infiammabile.
La cannabis viene triturata, spezzettata finemente o macinata e riposta all’interno di (provette) tubi di vetro o di plastica con un filtro ad una estremità.
Il butano viene spinto forzatamente nella parte aperta della provetta e così attraversa la cannabis e il THC presente viene estratto e il filtrato scivola in un recipiente. Il recipiente con il filtrato e il butano viene poi riscaldato per far evaporare quest’ultimo che però come gas può causare violente esplosioni.
Oltre a concentrare il THC la procedura concentra anche i pesticidi, le micotossine prodotte dalle muffe o quanto altro estraibile, tutto ciò rilevato in analisi di laboratorio.
giuseppe montefrancesco
Fonte
www.dea.com
cannabis.info