Un nuovo vaccino contro la cocaina si avvia alla sperimentazione nell’uomo
Alcuni ricercatori del Scripps Research Institute, Weill Cornell Medical College, e della Cornell University sono stati in grado di indurre nei topi una protratta immunità anti-cocaina a mezzo di un vaccino ottenuto unendo la reattività immunologica verso il virus del raffreddore ad una sostanza che imita la cocaina. In questo modo, il sistema immunitario umano viene allertato per il l virus ed assieme impara a riconoscere la cocaina come un elemento esterno. Utilizzando la conoscenza che i vettori di trasferimento genico dell’adenovirus (virus influenzale) sono potenti induttori della risposta immunologica hanno sviluppato un vaccino che unisce una sostanza analoga alla cocaina alle proteine del capside del virus.
Il vaccino è stato in grado di evocare un titolo anticorpale per la cocaina molto elevato e tale da bloccare in maniera permanente gli effetti di ipermotilità conseguente alla somministrazione ev di cocaina. Nel loro studio, pubblicato il 4 Gennaio 2011 nella edizione on line di Molecular Therapy, i ricercatori dichiarano che questa nuova strategia potrebbe essere la prima ad offrire ai cocainomani la possibilità, in un modo abbastanza semplice, di combattere la loro malattia. L’approccio potrebbe essere utile anche nel trattamento di altre dipendenze, quindi nei confronti della nicotina, dell’eroina o delle amfetamine.
“Il vaccino elimina gli effetti stimolanti della droga”, ha detto il professor Kim Janda, un coautore”dell’articolo e pioniere nel campo dello sviluppo di vaccini contro le droghe.”A differenza di altri tipi di trattamento, questo blocca la cocaina impedendo che raggiunga il cervello.” Nel nuovo studio, l’effetto del vaccino è durato per almeno 13 settimane, il tempo più lungo raggiunto con un tale approccio. I ricercatori sperano che il vaccino possa rapidamente passare alla sperimentazione nell’uomo. Clinicamente, questo tipo di terapia potrebbe essere data alle persone in programmi di trattamento per aiutarli nel loro recupero. E, come per la maggior parte di altri tipi di trattamento, sarà utile solo per coloro che realmente vogliono essere aiutati. “Questo vaccino potrebbe essere più applicabile per i tossicodipendenti che sono interessati realmente ad abbandonare la loro dipendenza”, ha detto R. Callaway Jr. cattedratico di Chimica e un membro del Skaggs Institute for Chemical Biology presso lo Scripps Research. “In sostanza noi consideriamo tali vaccini come un aiuto immunologico per il trattamento dell’abuso di sostanze, e, nel caso in esame, potrebbe rivelarsi estremamente utile per i dipendenti dal crack il cui tasso di recidiva è estremamente alto”.
Lo studio è stato finanziato dal National Institute on Drug Abuse (NIDA) dei National Institutes of Health. Fonte: Mika Ono Scripps Research Institute
Dr. Giuseppe Montefrancesco