Protossito d’azoto. Lecce: muore un 26enne per il gas esilarante.
La morte del 26enne in provincia di Lecce ha avuto molti titoli sui media.
Il tragico incidente del giovane salentino ha interessato, a mio giudizio, per una specie di paradosso.
La notizia, come proposta, sembra infatti porre in evidenza il decesso e la droga del riso. Come una beffa del destino, nel giorno del compleanno.
Di droga però si muore sempre ed ovunque.
Ogni sostanza è intrinsecamente pericolosa.
Tra gli inalanti, forse, il protossido d’azoto è quello che presenta un rischio inferiore, una minore quantità di danni in fase acuta.
La maggior parte delle volte l’esperienza termina rapidamente e con un mal di testa.
Ma evidentemente non sempre.
Vi riporto le caratteristiche della sostanza.
Il protossido d’azoto è il cosiddetto gas esilarante. É’ un debole anestetico, viene rapidamente captato a livello alveolare e favorisce l’azione degli altri anestetici; questo effetto è detto “effetto da secondo gas” ed accelera l’anestesia.
E’ un gas incolore e inodore e viene venduto in bombolette e solitamente inalato tramite palloncini. Durante l’uso è difficile valutare quanti palloncini usare considerato che l’azione è brevissima e si ripete immediatamente l’atto. In questo modo non si controllano gli effetti.
Il protossido d’azoto è una sostanza che fa parte degli inalanti; in particolare dei gas anestetici come l’etere, il cloroformio, l’alotano.
Gli inalanti si chiamano così per la loro volatilità che permette l’uso attraverso l’inspirazione o l’inalazione dal naso o dalla bocca. Il fine è di ottenere un effetto psicoattivo.
Gli adolescenti sono gli individui che maggiormente sperimentano l’uso di inalanti.
A volte il protossido d’azoto viene usato e abusato dal personale medico o in ambiente alimentare; il gas è fornito come propellente per confezioni di panna da montare.
Comunque, in ambiente lavorativo, di norma, è conosciuto il tipo di gas o miscela di gas inalati e questo “protegge” l’assuntore che acquisisce nel tempo anche una certa tolleranza; al contrario, chi ne abusa per uso voluttuario vuole ottenere immediatamente gli effetti desiderati e quindi tende ad assumerne elevate quantità che lo espongono a gravi rischi.
Gli effetti acuti desiderati e attesi sono l’euforia, il rilassamento e il buon umore.
Agisce immediatamente e gli effetti durano 1-2 min; quindi l’individuo ripete l’assunzione.
L’assuntore è rilassato, calmo e tende a ridere; ad avere veri e propri attacchi di riso.
Possono essere presenti vertigini che favoriscono comportamenti imprudenti e pericolosi.
Tra l’altro l’individuo è poco lucido e il pensiero è confuso.
I suoni o la visione possono essere distorti per allucinazioni.
Può esserci mal di testa ed anche uno stato ansioso e paranoico.
Naturalmente con dosi elevate c’è sempre il rischio di cadere in un completo stato di incoscienza; in fondo il protossido d’azoto è un anestetico Si rischia di perdere i sensi, svenire e/o soffocare per mancanza di ossigeno.
Alcune persone sono morte in questo modo.
Questo gas è in grado di diluire l’ossigeno nei polmoni determinando una ipossia diffusionale.
Il protossido d’azoto viene spesso assunto in combinazione con altri farmaci.
Quindi i suoi effetti possono essere imprevedibili, poiché dipendono da quali altri farmaci vengono assunti contemporaneamente.
Con l’uso continuato i principali effetti tossici del protossido d’azoto riguardano il sangue ove è possibile una ridotta produzione di globuli rossi (con anemia) e bianchi e il sistema nervoso centrale.
In conseguenza della interferenza del gas con la vitamina B12 (un coenzima implicato nella sintesi di metionina e del tetraidrofolato) si ha una deplezione sia di metionina che di vitamina B12.
Di ciò risente soprattutto il sistema nervoso con neuropatie.
Negli abusatori cronici è spesso presente atassia o paralisi che possono essere duraturi.
Per queste ragioni il gas non viene utilizzato come analgesico in terapia cronica o come sedativo.
g. montefrancesco
Fonti
– Talk to Frank; www.talktofrank.com
– Goodman e Gilman, Le basi farmacologiche della terapia XI edizione
– www.insostanza.it