Piante al posto del metadone
Durante una retata avvenuta il 12 dicembre 2009 a Phenom Penh – Capitale della Cambogia – 17 tossicodipendenti furono arrestati e sottoposti dalla polizia cambogiana ai normali test tossicologici di controllo. Ciò che attendeva loro non erano però i consueti 3 mesi di incarcerazione durante i quali seguire programmi obbligatori di disintossicazione/riabilitazione: questa volta sarebbero stati coinvolti in un complesso conflitto tra etica medica, valore dei diritti umani e una controversa gestione governativa della tossicodipendenza. Questi pazienti trasferiti e trattenuti per 10 giorni in un centro di recupero per tossicodipendenti, sono stati, a loro insaputa, usati come cavie per la sperimentazione di un nuovo programma di disintossicazione basato sull’uso di un medicinale di origine naturale.
Il suo nome è Bong Sen, una miscela di piante di uso tradizionale nella medicina tradizionale asiatica, contiene:
- radice di Angelica sinensis, tonica e blandamente sedativa,
- rizoma di Actractylodis Macricephalae anch’esso tonico con proprietà diuretiche,
- rizoma di Zingiber officinalis utile soprattutto nei problemi gastro-intestinali,
- parte aerea di Cistanche deserticola, ottimo antiossidante e immunostimolante,
- frutto di Prunus mume, nella tradizione asiatica come rimedio depurativo per eccellenza,
- sale marinoe acqua di sorgente.
Stando alle dichiarazioni di alcuni dei 17 tossicodipendenti coinvolti nella vicenda, già a distanza di 4 ore dall’assunzione dalla prima dose di Bong Sen (nemmeno 12 ore di distanza dall’ultima dose di eroina) comparvero sintomi avversi quali diarrea, vomito, crisi depressive e un forte senso di bruciore in tutto il corpo.
La comunità internazionale e in particolare le organizzazioni per i diritti umani, appreso l’accaduto, hanno fortemente criticato le tattiche coercitive ed illegali promosse dall’autorità governative cambogiane: in particolare è stata contesta la somministrazione a persone ignare, e quindi non volontarie, di un medicinale non testato, del quale non esistono in letteratura studi di nessun genere attestanti la sua sicurezza, ne tantomeno la sua efficacia nel trattamento delle forme di astinenza; un medicinale, per giunta, che seppur capace di promuovere effetti salutistici migliorativi in persone sane o con lievi patologie, non può essere certamente considerato idoneo e sufficiente al trattamento di uno stato patologico così grave e complesso come quello risultante dall’abuso di stupefacenti.
Cosa c’è allora dietro tutto questo ? Bong Sen è stato prodotto e utilizzato in Vietnam dal 2007 nei programmi di disintossicazione per tossicomani ed è stato proprio il governo Vietnamita ad offrirlo a quello Cambogiano come un mezzo sicuro ed efficace per il trattamento dei tossicodipendenti. Ultimamente sono venuti alla luce considerevoli finanziamenti che ha ricevuto il governo vietnamita dalle aziende produttrici di Bong Sen affinchè questo ne promuovesse lo sviluppo e la diffusione e le autorità cambogiane, che avevano garantito per dicembre 2009 l’introduzione di protocolli di recupero con metadone, hanno ritrattato però tale accordo in favore dell’inserimento di Bong Sen. Qualcuno ha sospettato che questo medicinale fosse un facile ed economico sostituto del metadone ma a 60$ a bottiglia Bong Sen non sembra nè un’economica nè, stando a quanto accaduto, una facile soluzione alle problematiche legate al consumo di droga. Certo è che, come spesso accade, anche in questo caso le scelte governative hanno seguito logiche e finalità politico-economiche ben distanti dal legittimo interesse alla salvaguardia della salute e dei diritti del paziente.
Cheng M.H.; Cambodia criticised over unethical drug trial. The Lancet. Vol. 375;187-188. January 16, 2010.
Dott.ssa Ilaria Rossi, erborista