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dott. Giuseppe Montefrancesco

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Nuovo Codice della strada; alcol e cannabis.

Nota antiproibizionista 1 aprile 2024 ore 7,30
Radio Radicale
Editoriale di Roberto Spagnoli

Mercoledi 27 marzo, la Camera dei Deputati ha approvato la riforma del Codice della strada che passa ora all’esame del Senato. Le nuove norme sono state fortemente volute dal ministro delle infrastrutture dei trasporti Matteo Salvini.
Una delle novità contenute nel disegno di legge è la revoca della patente per chi risulti positivo al controllo antidroga anche senza essere sotto l’effetto di sostanze (in altri termini la revoca avviene anche se la sostanza, a distanza di ore, ha cessato la sua azione ma risulta solo come un dato di laboratorio. ndr).

Nel testo attuale del codice, in vigore dal 1992,  l’articolo che riguarda le sostanze stupefacenti è il 187.
L’articolo è molto chiaro: punisce chiunque guidi in stato di alterazione psicofisica dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope.
Non si riferisce all’uso di sostanze ma all’effettivo stato alterato che queste possono provocare.
Per applicare le sanzioni previste non è infatti sufficiente dimostrare che il guidatore abbia assunto una sostanza stupefacente, sono necessari test psicofisici che dimostrino uno stato di alterazione; test che di solito vengono effettuati dalle forze dell’ordine prima di procedere alle analisi in grado di verificare l’assunzione di una sostanza.
Questo principio è stato confermato da numerose sentenze della Corte di Cassazione.
L’ultima, la numero 5890 del 13 febbraio 2023 ha ribadito che non è sufficiente dimostrare il consumo di sostanze stupefacenti ma essenziale provare che tali sostanze abbiano causato uno stato di alterazione durante la guida. E anche il Consiglio di Stato con una sentenza del 26 agosto 2019, la numero 5868, ha stabilito che essere un consumatore non rende di per sé una persona incapace di guidare e ha dato così torto alle prefetture che avevano segnalato alla motorizzazione civile, per una revisione della patente, persone trovate in possesso di sostanze stupefacenti per uso personale.
Nella nuova versione dell’articolo 187, approvata dalla Camera, le parole in stato di alterazione psicofisica sono state soppresse e dunque in caso di positività alle droghe, a prescindere dallo stato in cui si trova il guidatore, egli verrà punito con la sospensione della patente e il divieto di conseguirla fino a 3 anni. In altre parole, potrà essere punito chiunque guidi dopo aver consumato una qualche sostanza vietata anche senza essere sotto l’effetto di questa.
Le droghe lasciano tracce
che possono essere rilevate nel nostro corpo attraverso l’esame della saliva, del sangue, delle urine o dei capelli. La loro permanenza dipende dal tipo di sostanza, dalla quantità e dalla frequenza di assunzione e la presenza dei metaboliti nell’organismo non indica di per sé uno stato di alterazione in atto ma solo che quella sostanza è stata consumata.

Secondo l’Istat solo il 3,2% degli incidenti con lesioni coinvolge un conducente sanzionato per guida in stato di alterazione.
I dati della relazione del Dipartimento Antidroga sono ancora più bassi: 1,4%.
Nel 2022, secondo i controlli della polizia, solo 3 conducenti su 100 sono risultati positivi alle droghe.
Gli incidenti, provocati in stato di alterazione, sono per la quasi totalità dovuti all’alcol.
Il numero degli incidenti con lesioni, con almeno uno dei conducenti dei veicoli coinvolti in stato di ebbrezza, sono circa il 10% del totale.
Per l’alcol però, nel nuovo Codice della Strada, fortemente sostenuto dal ministro Salvini, le cose restano come sono: bisogna cioè dimostrare lo stato di alterazione.

Le principali cause di incidenti sono nell’ordine:
– la guida distratta
– il mancato rispetto della precedenza
– l’eccesso di velocità.
Insieme costituiscono da soli + del 38% dei casi e il dato è stabile nel tempo.
Poi ci sono le manovre irregolari, il mancato rispetto della distanza di sicurezza.
Questo lo scrive l’Istituto Centrale di Statistica (Istat), nero su bianco.
Su questi aspetti però il nuovo Codice interviene in maniera blanda o non interviene per nulla.

Mercoledì 27 marzo, dopo l’approvazione alla Camera, il Ministro per le Infrastrutture e i Trasporti ha parlato di una bella giornata.
I familiari delle vittime della strada però non la pensano così.
Le associazioni lamentano di essere state sentite in audizione al Ministero ma niente di più.
Salvini è andato avanti senza alcun confronto che invece le associazioni avevano chiesto.

Insomma, l’unico problema è la droga e il Governo ha tirato dritto per la sua strada.
Nessuno considera sensato guidare sotto l’effetto di alcol, cannabis o altro.
In queste condizioni la guida rappresenta un pericolo per sé e per gli altri, così come l’utilizzo del cellulare o qualsiasi altro mezzo di distrazione, di alterazione ma è fin troppo evidente che la modifica dell’articolo 187 del Codice vuole punire unicamente i consumatori di sostanze vietate e inasprire le sanzioni amministrative già previste dall’articolo 75 del Testo Unico sulle droghe che, al di là dell’intento dissuasivo sostenuto a suo tempo dai promotori della legge, è diventato, nel corso dei decenni, uno strumento repressivo tra l’altro al di fuori di ogni controllo giurisdizionale.

L’Italia è il terzo Paese dell’Unione Europea per uso di cannabis.
I consumatori di questa, si stima siano 5-6 milioni cioè un decimo della popolazione complessiva. La repressione punisce in modo particolare proprio i consumatori di cannabis che tra l’altro è la sostanza che più a lungo resta rintracciabile nel nostro organismo.
Dal 1990 ad oggi 1 milione di persone sono state segnalate per uso dei derivati della canapa.
Il 38% delle segnalazioni totali è finito con una sanzione e di queste il 97%, cioè quasi tutte, riguarda la cannabis.
La repressione del consumo colpisce anche i minori.
Lo scorso 8 dicembre, Salvini, da ministro e dal papà, ha rivolto un accorato video-appello al Parlamento perché faccia in fretta ad approvare il nuovo Codice della strada.
Auguro al Salvini papà che i suoi figli non debbano mai incappare nelle leggi che il Salvini ministro sostiene con tanta pervicacia.

g. montefrancesco (solo per lievi correzioni della trascrizione automatica)

Nota antiproibizionista 1 aprile 2024 ore 7,30
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Editoriale di Roberto Spagnoli