La Toscana contro le dipendenze da gioco (ludopatia)
E’ di pochi giorni fa, l’approvazione da parte del Consiglio Regionale Toscano della legge finalizzata a combattere la dipendenza da gioco. Dal 2011, la Corte Costituzionale ha, infatti, riconosciuto alle Regioni la facoltà di legiferare in materia di regolamentazione delle sale da gioco, con il fine di tutelare le persone socialmente a rischio dal pericolo di incorrere in patologie correlate con la ludopatia. In Toscana, negli ultimi anni, si è registrato un aumento della somma delle giocate e nel numero dei giocatori, al quale è corrisposto il numero crescente di persone che si rivolgevano ai servizi per le dipendenze per affrontare un percorso di recupero dalla dipendenza patologica da gioco. In un quadro nazionale che vede il business del gioco d’azzardo imporsi come terza industria d’Italia, avendo, secondo “Libera”, un giro d’affari di 76,1 miliardi di euro.
Di media A? come se ogni italiano nel 2011 avesse speso 1260 euro nel gioco d’azzardo, come emerge dal dossier “Azzardopoli” pubblicato dall’associazione fondata da Don Luigi Ciotti, mentre 800 mila sono i giocatori patologici e oltre 2 milioni di nostri connazionali sono a rischio di dipendenza.
Quella del gioco d’azzardo è un’industria che non conosce crisi, anzi alla recessione economica corrisponde un aumento delle giocate. Un’industria sulla quale la criminalità organizzata ha messo le mani da tempo, gestendo un giro d’affari illegale da 10 miliardi di euro.
La Regione quindi tenta di correre ai ripari e approva una legge che prevede il seguente pacchetto di normative e principi: – Sarà vietata l’apertura di sale da gioco nel raggio di 500 metri di distanza da luoghi sensibili. Con questi si indicano specificamente istituti è scolastici, centri giovanili, centri di aggregazione sociale, strutture culturali, sportive e ricreative frequentate principalmente da giovani, luoghi di culto, strutture residenziali o semi-residenziali operanti in ambito socio-sanitario.
– La legge regionale prevede inoltre la costituzione di un Osservatorio regionale sul fenomeno della dipendenza da gioco, che avrà il ruolo di monitorare il fenomeno oltre a promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione.
– La Regione Toscana concederà contributi agli esercizi commerciali e ai circoli che rimuoveranno dai locali gli apparecchi per il gioco. Chi invece li manterrà dovrà pagare un’Irap maggiorata dello 0,1%.
– E’ previsto inoltre il divieto di pubblicità dei giochi con vincite in denaro; a tale divieto fa da contraltare l’obbligo, per i gestori di sale da gioco, di esporre avvisi esplicativi sui rischi connessi alla dipendenza, e a pubblicizzare tutte le strutture preposte alla cura e al recupero delle persone con patologie correlate alla ludopatia. I gestori saranno obbligati a prendere tutte le soluzioni tecniche tese a bloccare automaticamente l’accesso dei minori ai giochi.
– Tutti gli esercizi commerciali o circoli che non avranno apparecchi per il gioco installati al loro interno potranno esporre il logo identificativo No Slot.
– Infine le Asl, di accordo con i Comuni, dovranno organizzare corsi di formazione per i gestori e il personale delle sale, finalizzati alla prevenzione nonché alla riduzione degli eccessi relativi al gioco patologico. Questa legge dimostra una sensibilità crescente, a livello politico regionale, nei confronti di queste problematiche, una sensibilità che in un recente passato ha fatto sé che venissero finanziate campagne di sensibilizzazione come quella del 2012 che aveva lo slogan “Non fare il pollo” dedicata proprio al gioco d’azzardo patologico.
Indubbiamente tanto caò ancora da fare sulla strada della prevenzione delle dipendenze patologiche da gioco, soprattutto all’interno di un quadro normativo nazionale caratterizzato da evidenti e paradossali incoerenze. Lo Stato, da un lato, negli ultimi anni, ha aumentato continuamente l’offerta di gioco d’azzardo per ottenere maggiori entrate, mentre dall’altro, attraverso il Ministero della salute, mette in guardia contro la pericolosità della ludopatia riconoscendola come un’importante problema di salute pubblica.
Una contraddizione evidente che la frase “gioca responsabilmente” che ascoltiamo alle fine delle pubblicità di ogni tipo di gioco d’azzardo legale, non puù mitigare, anzi forse rende ancor più paradossale.
dott. Filippo Lenzi Grillini Fonti: – Poto D. (a cura di), Azzzardopoli,
Il Paese del gioco d’azzardo, quando il gioco si fa duro le mafie iniziano a giocare, Dossier pubblicato da “Liberaa”, Roma, 9 Gennaio 2012, www.libera.it – Regione Toscana; Proposta di legge testo unificato delle PPDDL n. 162, 248, 249, 254. Disposizioni per il gioco consapevole e per la prevenzione della ludopatia, Firenze, 2013.