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dott. Giuseppe Montefrancesco

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Dott. Giuseppe Montefrancesco

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La marijuana nella dipendenza da altre droghe

Negli Stati Uniti, l’aumento del consumo autorizzato di marijuana significa anche che molte persone utilizzano i derivati della cannabis e sono contemporaneamente impegnate in altre forme di trattamento, come la psicoterapia o il counseling per l’abuso e la dipendenza da differenti droghe. Taluni risultati indicano che l’uso della marijuana durante il trattamento è un ostacolo al suo successo, ne compromette l’integrità o addirittura aumenta la frequenza e la gravità delle ricadute; questo ovviamente può influenzare le decisioni cliniche e gli indirizzi orientamenti legali.

In questo lavoro, l’autore esamina la relazione tra l’uso autorizzato di marijuana e i possibili effetti nel trattamento per abuso di sostanze utilizzando i dati di uno studio pilota preliminare. Metodo Sono stati confrontati i dati – forniti dal California Outcomes Measurement System (CalOMS) – relativi a utenti, consumatori di marijuana (autorizzati per ragioni mediche) e utenti, non consumatori di marijuana; entrambi erano stati ammessi ad un programma di trattamento pubblico per abuso di sostanze. Il campione con la marijuana-medica comprendeva 18 utenti segnalati per tale uso; i risultati sono stati registrati dallo staff clinico al momento della dimissione, comunicati al Dipartimento della California per i programmi per alcol e droga e valutati per entrambi i gruppi.

Risultati

Seppure i risultati qui descritti sono preliminari e molto limitati per la piccola dimensione del campione, lo studio dimostra che il rapporto tra l’uso medico della marijuana e il coinvolgimento in un trattamento per altre droghe può essere valutato in maniera sistematica. In questo piccolo campione, l’uso di cannabis, nel gruppo che allo stesso tempo utilizzava marijuana a fini terapeutici, non sembrava aver compromesso il trattamento. Sempre sulla base di questi dati preliminari, in questo gruppo i risultati sono stati uguali o migliori del gruppo che non consumava marijuana per fini terapeutici, ad esempio nel completamento del trattamento o nel possibile coinvolgimento nella giustizia penale.

Conclusioni

Questo studio sperimentale suggerisce che la marijuana medica appare coerente con la partecipazione ad altre forme di trattamento farmacologico e può non influenzare negativamente i positivi risultati dello stesso. Necessitano comunque ulteriori e più rigorose ricerche sull’argomento giacchè, sono sempre più numerosi i pazienti, consumatori di marijuana medica, impegnati a risolvere in contemporaneamente altre forme di dipendenza. Il Procuratore Generale della California definisce un paziente che può assumere marijuana come qualcuno “il cui medico ha raccomandato l’uso di marijuana per curare una grave malattia, tra cui il cancro, l’anoressia, l’AIDS, un dolore cronico, la spasticità, il glaucoma, l’artrite, l’emicrania, o qualsiasi altra malattia per la quale la marijuana offre sollievo
” Ognuno dei consumatori di marijuana medica in questo studio ha chiesto il permesso di utilizzare la marijuana medica durante il trattamento ed ha ricevuto tale autorizzazione”
A considerazioni complessivamente analoghe giunge anche un altro lavoro sulla cannabis terapeutica. Lo studio riporta i risultati registrati in pazienti che avevano proceduto ad un cosiddetto processo di sostituzione di una droga con un’altra. Tale scelta, operata in maniera assolutamente consapevole, appariva conseguente a varie ragioni, tra cui una percepita maggiore sicurezza, minori effetti collaterali, minore potenzialità di indurre dipendenza, efficacia nel risolvere sintomi spiacevoli. Il lavoro ha interessato 350 individui ( di età tra i 18 e gli 81 anni) che hanno risposto ad una inchiesta anonima e provenivano dalla Baia di San Francisco, in California; questi pazienti utilizzavano marijuana per ragioni mediche ed era dispensata loro dal Berkeley Patients Group.
Conclusioni La sostituzione di una sostanza psicoattiva con unaltra, con l’obiettivo di ridurre i risultati negativi, può essere inclusa come parte della complessiva metodologia di riduzione del danno.

Fonte

R. Swartz, Medical marijuana users in substance abuse treatment, Harm Reduction Journal, 2010,7:3. Reiman, Cannabis as a substitute for alcohol and other drugs, Harm Reduction Journal, 2009,6:35.

Esempi di sostituzioni terapeuticamente e legalmente utilizzate:
– il metadone sostituisce l’eroina – la buprenorfina sostituisce l’eroina
– il GHB (Alcover) sostituisce l’alcol

– la nicotina sostituisce la nicotina
– gli agonisti sostituiscono gli agonisti (nd.r.).