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dott. Giuseppe Montefrancesco

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La cannabis provoca schizofrenia o psicosi?

Il governo inglese, l’anno scorso, ha riclassificato la cannabis da droga di classe C a droga di classe B, preoccupandosi del fatto che la cannabis, soprattutto la varietà più potente, possa aumentare il rischio di schizofrenia nei giovani. Le prove sul rapporto tra la cannabis e la schizofrenia o psicosi però rimane controversa. Un nuovo studio ha determinato che può essere necessario fermare l’uso di cannabis al fine di evitare anche un singolo caso di schizofrenia.

Gli scienziati di Bristol, di Cambridge e della London School of Hygiene and Tropical Medicine considerando le ultime informazioni sul numero dei consumatori di cannabis, il rischio di sviluppare schizofrenia ed il rischio che l’uso di cannabis provochi schizofrenia, hanno stimato quanti utilizzatori di cannabis bisognerebbe “fermare” per prevenire un solo caso di schizofrenia. Lo studio ha rilevato che, tra i forti fumatori, sarebbe necessario bloccare nell’uso circa 3000 giovani uomini e 5000 giovani donne per prevenire un caso di schizofrenia; tra i consumatori modici si arriva addirittura a 10000 giovani uomini e quasi 30000 giovani donne per prevenire la stessa patologica circostanza.

Inoltre bisogna sottolineare che gli interventi per prevenire l’uso di cannabis in genere non riescono per ogni persona che viene trattata e quindi sarebbe necessario un numero ancora più elevato di utenti al fine di prevenire pochissimi casi di schizofrenia.

Matt Hickman, uno degli autori del rapporto pubblicato la scorsa settimana sulla rivista scientifica Addiction, ha detto che prevenire il consumo di cannabis è importante per molte ragioni, compresa la riduzione dell’uso del tabacco, lo sviluppo di tossicodipendenza e per migliorare il rendimento scolastico. Questa ricerca suggerisce che focalizzarsi sulla schizofrenia potrebbe essere stata una cattiva indicazione.

La riclassificazione della cannabis sulla base dell’incidenza di indurre schizofrenia o psicosi è veramente molto incerta.

Hickman M. et al. Addiction 2009;104.1856-1861.

A cura di Ce.S.Di.P.