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dott. Giuseppe Montefrancesco

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Ketamina, chi ne abusa ?

La ketamina cloridrato (allucinogeno-dissociativo) è un derivato della fenciclidina (PCP, polvere d’angelo “angeldust”).
La sua struttura chimica e il meccanismo di azione sono simili a quelli del PCP ma è meno potente e ha una durata minore. E’ stata introdotta come anestetico a metà degli anni ’60 proprio per sostituire la fenciclidina che aveva molti e gravi effetti collaterali.
Fu scoperta nel 1962 dal chimico americano Calvin Lee Stevens.

La ketamina è un farmaco e come tale è sempre pura; si presenta come una polvere bianca cristallina, solubile in acqua, in alcol e cloroformio. Essa viene venduta per strada come liquido, in capsule o pillole. Per trasformare la forma liquida in polvere basta un microonde in modo da far evaporare la porzione liquida e così residua la polvere.
Può essere sniffata, iniettata, ingerita, o assunta per via rettale o anche fumata assieme ad altre sostanze come la marijuana.
Di norma essa viene sniffata come la cocaina; la via endovenosa è molto meno frequente. In entrambi i casi l’azione è molto rapida dai 30 secondi a meno di 5 minuti (la rapidità d’azione di una qualsiasi sostanza è elemento che partecipa grandemente allo sviluppo di dipendenza).
Se ingerita o anche assunta per via rettale entra in azione dopo circa 20-30 minuti.
Gli effetti permangono comunque da 1 a 3 ore (la sua semivita è breve, 1-2 ore).
Tale durata d’azione, relativamente corta, d’altra parte può favorire il cosiddetto binge (ovvero la ripetuta utilizzazione di una droga, come accade con l’alcol o la cocaina, per risentire gli effetti) ed è la ragione per cui è preferita ad allucinogeni con una durata d’azione piuttosto lunga; ad es. l’LSD o altri allucinogeni presenti nei funghi che diventano per l’utilizzatore assolutamente non controllabili e “pesanti”. Nel mercato illegale, alla ketamina viene spesso aggiunta efedrina e l’associazione viene venduta come ecstasy (MDMA).