Internet addiction (IAD)
Una nuova revisione della letteratura delle ultime pubblicazioni scientifiche, presentata durante il meeting annuale 2014 dell’ American Psychiatric Association, ha confermato e ribadito che le persone con disordine da dipendenza da Internet (IAD), in particolare quelli dipendenti da gioco su Internet, tendono ad avere alcune anomalie cerebrali.
Questo tipo di disturbo non ha ancora un criterio diagnostico ben definito e tuttavia i dati epidemiologici mettono in guardia: ” un problema ancora tutto da comprendere” che riguarda sempre di più i giovani e i giovani adulti”.
Dalle neuroscienze sappiamo che il cervello è plastico e quello di un bambino ancora di più, e che una vasta gamma di esperienze quotidiane possono cambiare le connessioni neuronali e le funzioni. Recenti ricerche hanno individuato (Small 2006) differenze significative di attività cerebrale nel lobo frontale sinistro (lobo frontale, cingolato anteriore e ippocampo) tra i soggetti pratici con il Pc rispetto ai novizi.
Ciò dimostra come la neuroplasticità rappresenta il modo con cui nel cervello si possono costruire le abitudini, per questo molte forme di dipendenza si aggravano con il ripetere di determinati comportamenti e pensieri, rafforzando percorsi neuronali specifici e favorendo in questo modo i conseguenti processi cronici di carattere clinico. La dipendenza da Internet è altresì associata a cambiamenti nel flusso sanguigno, nelle aree del cervello che coinvolgono i centri della ricompensa e del piacere.
Come già sottolineato in precedenti articoli sui disturbi da addiction di sostanze o comportamenti, anche la dipendenza da Internet è strettamente legata ai cambiamenti del sistema dopaminergico dell’area ventrotegmentale del mesencefalo e delle loro proiezioni che coinvolgono il nucleus accumbens, l’amigdala e la corteccia pre-frontale; l’uso di internet prolungato porterebbe quindi ad una riduzione dei neurotrasportatori della dopamina (provocando il ristagno della dopamina), i cui effetti nelle fessure sinaptiche produrrebbe l’eccesso di dopamina con conseguenza stimolazione dei neuroni adiacenti e il relativo effetto euforico. E’ utile ricordare che la dopamina è sempre coinvolta in tutti gli stati di eccitazione che portano alla soddisfazione di un bisogno ed è per questo che svolge un’importante funzione nell’attribuzione della salienza, ovvero del valore motivazionale, a stimoli di varia natura, nell’indirizzare i comportamenti motivati, nel predire la gratificazione e nel consolidamento del ricordo di esperienze significative.
Recenti ricerche neuroscientifiche hanno rilevato che la durata e il grado di dipendenza da Internet sembrano essere correlate con l’attivazione delle aree disembodiment (coscienza fuori dal corpo) connesse al cervello, ma sono ancora pochi gli studi di neuroimaging condotti per indagare questi cambiamenti strutturali e funzionali che avvengono all’interno del cervello degli adolescenti.
I numeri dell’uso di internet e della dipendenza ci dicono che in Italia i dipendenti da internet sono quasi tutti giovani e giovani-adulti e considerando i livelli di gravità severo e moderato sono circa il 6%, mentre in Inghilterra il 18% degli studenti usa internet in modo eccessivo, in Norvegia l’ 1% e in Grecia l’8% è dipendente. Ma è nel continente asiatico che i tassi d’incidenza sono più elevati, oscillano dall’1% al 25%.
La IAD è un fenomeno allarmante soprattutto tra i giovani; è ancora poco conosciuto, estremamente complesso e i dati dicono che la dipendenza è in crescita nella popolazione dell’intero continente. Sono auspicabili pertanto maggiori sforzi nelle ricerche neuroscientifiche nella popolazione più a rischio e maggiori risorse per le politiche di prevenzione allo scopo di monitorare prevedere, tamponare i fattori predittivi dei giovani e tutelare così la salute delle generazioni future.
Fonte
American Psychiatric Association’s 2014 Annual Meeting. Abstract NR7-33. Presented May 4, 2014.
, Influence of dopaminergic system on internet addiction (2011) Acta Medica Medianae 2011;50(1):60-66. Small GW et all (2009) Your brain on Google patterns of cerebral activation during internet searching. Am J Geriatr Psychiatry 17:116-126 Tonioni F.A. (2014) – Psicopatologia web-mediata Milano: Springer.