Il cellulare per comandare il cervello
Un gruppo di ricerca coreano e statunitense ha prodotto un piccolissimo dispositivo, da impiantare nel cervello, in grado di modificare i comandi neuronali, in sostanza la comunicazione neuronale.
Tale dispositivo controllato all’esterno da un cellulare, potrebbe agevolare la ricerca su malattie come la dipendenza, il morbo di Parkinson, l’Alzheimer, la depressione, lo stress, il dolore e probabilmente molte altre disfunzionalità cerebrali.
A tale scopo il dispositivo wireless è in grado di colpire specifici neuroni di interesse e modularne l’azione, inibendoli o stimolandoli, usando farmaci e la fotostimolazione (la luce) per periodi prolungati.
Questa tecnologia, prodotto della progettazione elettronica avanzata e della micro e nano ingegneria, migliora significativamente la modalità di intervenire sul tessuto cerebrale attraverso farmaci o luce; ancora adesso sono indispensabili dei tubi che, se pure di misura assai ridotta, sono comunque rigidi ed impediscono un movimento naturale e procurano danni cerebrali. Tra l’altro il farmaco, contenuto nella cartuccia cerebrale, è sostituibile consentendo di studiare i circuiti cerebrali per molto tempo senza la preoccupazione di rimanerne senza.
L’esperimento è avvenuto comunque su animali con la possibilità futura di sviluppare altri impianti cerebrali per applicazioni cliniche.
In sostanza, i ricercatori possono intervenire sull’animale, con impiantato il dispositivo dall’esterno, attraverso un cellulare, e osservare gli effetti di qualsiasi tipo di combinazione di farmaci o luce o entrambi.
Raza Qazi, Adrian M. Gomez, Daniel C. Castro, Zhanan Zou, Joo Yong Sim, Yanyu Xiong, Jonas Abdo, Choong Yeon Kim, Avery Anderson, Frederik Lohner, Sang-Hyuk Byun, Byung Chul Lee, Kyung-In Jang, Jianliang Xiao, Michael R. Bruchas, Jae-Woong Jeong. Wireless optofluidic brain probes for chronic neuropharmacology and photostimulation. Nature Biomedical Engineering, 2019; DOI: 10.1038/s41551-019-0432-1