Gli effetti allucinogeni dell’MDA
I meccanismi delle alterazioni visive indotte da sostanze sono poco conosciuti. Negli ultimi decenni, pochissimi allucinogeni serotoninergici sono stati studiati negli esseri umani malgrado l’uso diffuso di queste droghe e la potenziale rilevanza della comprensione del loro meccanismo d’azione visto che tali fenomeni si verificano anche in disturbi psichiatrici e neurologici.
Metodologia – Principali risultati
Lo studio è stato condotto, in doppio cieco controllato con placebo, presso il Clinical Research Center del General Hospital di San Francisco; i partecipanti ammessi in ospedale erano in numero di 12, sani e con precedenti esperienze sia con il solo MDA od con l’ecstasy o un allucinogeno, tipo l’LSD. I meccanismi delle allucinazioni indotte sono stati studiati tramite la misurazione degli effetti visivi e percettivi prodotti dal 3,4-metilenediossi-amfetamina(MDA), allucinogeno agonista del recettore della serotonina 5-HT2A e facilitatore del rilascio di monoamine (adrenalina, dopamina). L’MDA ( o love druga ) èstata utilizzata a fini non-medici dal 1960 ed è stata classificata come una sostanza controllata negli Stati Uniti nel 1970; nonostante appaia tra le sostanze illecite, MDA non è stato studiato nell’uomo per più di 30 anni.
In alcuni casi l’MDA viene venduto come “ecstasy” che al contrario dovrebbe contenere invece di MDMA , 3-4 metilendiossi-metamfetamina. Secondo le prime descrizioni della sostanza, l’MDA determina effetti emozionali maggiori che altri allucinogeni come l’LSD. Complessivamente ha effetti allucinogeni simili a quelli dell’acido lisergico ma, a differenza di quest’ultimo, l’MDA presenta un’insolita capacità empatogena molto simile a quella posseduta dall’ecstasy. Gli studi su animali dimostrano che l’MDA come l’ecstasy è in grado di provocare a lungo termine neurotossicitAà serotoninergico. Il gruppo delle cosiddette amfetamine entattogene/empatogene, perchè in grado di facilitare la comunicazione con se stessi e con gli altri, comprende: MDMA o ecstasy (3,4-metilendiossi-metamfetamina) MDA (3,4 metilendiossi- amfetamina) love drug, MDEA o MDE (3,4 metilendiossietilamfetamina) eve , MBDB (N-metil 1-(1,3 benzodiossol-s-il) 2 butanina ).
La somministrazione del farmaco sperimentale è avvenuta dopo un digiuno di 2 ore per ridurre al minimo la varianza individuale assorbimento dei farmaci. Per il placebo è stato utilizzato lattosio in una capsula di gelatina. MDA è stato somministrato in una dose di 98 mg/70 kg di peso corporeo in una capsula di gelatina identico al placebo. Nel lavoro, gli autori descrivono solo le misure relative ai cambiamenti visivi ed agli effetti allucinogeni. Per i cambiamenti visivi sono state utilizzate auto descrizioni come:
- “quando chiudo gli occhi vedo complessi disegni astratti” (modelli)
- “quando chiudo gli occhi vedo gli oggetti o le cose non viventi “(‘cose’),
- “quando chiudo gli occhi vedo animali, persone, o esseri “(‘esseri’),
- “quando chiudo gli occhi vedo luoghi o paesaggi “(‘scene’).
Per consentire i confronti rispetto ad altri psichedelici, sono stati adottati questionari di self-report relativi ad alterati stati di coscienza ed anche ad eventuali esperienze mistiche.
Conclusioni Con l’MDA i soggetti riferiscono esperienze di tipo mistico e altri effetti allucinogeni simili, tra cui alterazioni visive; la sostanza produce un significativo aumento delle visioni ad chiusi occhi con notevoli variazioni individuali. Le visioni indotte dalla 3,4-metilenediossi-amfetamina (MDA), possono essere di maggiore intensità nelle persone con scarsa elaborazione sensoriale o percettiva, suggerendo meccanismi comuni con altre sindromi allucinatorie. MDA è un potenziale strumento per indagare le esperienze mistiche e percezione visiva. In conclusione, questo studio, il primo sugli effetti allucinogeni del MDA negli esseri umani in più di trenta anni, conferma che il farmaco induce esperienze mistiche-tipo e, almeno in alcuni individui, pseudo-allucinazioni ad occhi chiusi. L’entità di queste, dopo MDA, è stato associata a prestazioni inferiori nelle misure di integrazione del contorno degli oggetti e di riconoscimento degli oggetti, ipotizzando quindi che le allucinazioni siano la conseguenza di alterazioni nella elaborazione delle informazioni sensoriali o percettive. Al contrario, i risultati non forniscono una forte evidenza che le alterazioni visive siano, in questo caso, la conseguenza di cambiamenti delle funzioni cognitive. Le allucinazioni sono generalmente spiegate con una combinazione di tre fattori, nessuno dei quali si esclude a vicenda:
- perdita di capacità sensoriali e percettive
- abnorme aumento dell’attività neurale
- alterazioni cognitive.
Plos One open access Baggott M.J. et al., Investigating the mechanisms of hallucinogen-induced visions using 3,4 methylendioxyamphetamine (MDA): a randomized controlled trial in humans, December 2010, vol. 5, issue 12, e14074.