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dott. Giuseppe Montefrancesco

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Gioco d’azzardo patologico trattato con naltrexone

Il gioco d’azzardo patologico (gambling) è un disturbo comune e attualmente sempre più frequente che determina gravi conseguenze ai pazienti e alle loro famiglie.
Tale comportamento può essere trattato sia con farmaci (spesso utilizzati anche in altre condizioni di dipendenza) che con terapia cognitivo-comportamentale. Per il caso dei farmaci alcuni ricercatori della American College of Neuropsycho Pharmacology (ACNP) hanno utilizzato antagonisti del sistema oppioide, naltrexone, o del glutammato, la nemantina, o diversamente sostanze che riducono la funzione di uno specifico enzima, il COMT (catecol-o-metiltransferasi). La scelta era stata decisa sul principio che due fondamentali sono le spinte che inducono l’individuo a giocare “patologicamente”:

  • l’urgenza (gli individui interessati riportano che giocano quando il desiderio diventa troppo forte per un controllo e allora scatta l’inderogabile urgenza);
  • la mancanza di inibizione (in questo caso i giocatori dichiarano che sono incapaci di inibire il loro desiderio anche se l’urgenza sembra essere minima o non esistente.

In coloro i quali era prevalente l’urgenza buoni risultati si ottenevano con il naltrexone o con la nemantina; negli altri, i ricercatori osservavano che ridurre la funzione delle COMT aumenta la possibilità di inibire il desiderio irrefrenabile di giocare. Va comunque infine aggiunto che per diverse persone tali farmaci non funzionano ma in ogni caso il loro utilizzo ha consentito di definire dei sottotipi di pazienti. Per quanto attiene la terapia cognitivo-comportamentale si riporta di un caso studio descritto nell’American Journal of Psychiatry in cui viene illustrato il peso delle convinzioni culturali che sono alla base della perpetuazione del disordine e l’influenza dell’atteggiamento dei familiari (sostenuto anche questo da credenze o valori culturali). Nello stesso studio viene riportato che questi argomenti divengono le linee guida di specifici interventi tali da aiutare i pazienti ad elaborare strategie in modo culturalmente congruente.

American College of Neuropsychopharmacology, 11 dicembre 2009. Okuda M. et al. Cognitive-Behavioral Therapy for Patholofical Gambling: Cultural Consederations. Am J Psychiatry 166:12 dicembre 2009.   A cura del Ce.S.Di.P.