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dott. Giuseppe Montefrancesco

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Il fentanyl – Medicare lo stress sociale

La nota antiproibizionista 18 marzo 2024.
Editoriale di di Roberto Spagnoli – Radio Radicale – 07:30 Durata: 0 sec
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La scorsa settimana il Consiglio dei ministri ha varato il piano nazionale di prevenzione contro l’ uso improprio di fentanyl e di altri oppioidi sintetici. Il piano presentato martedì scorso in una conferenza stampa intende adeguare le sanzioni in caso di violazione del commercio dei cosiddetti precursori come, per esempio, l’efedrina (utilizzata anche negli spray nasali) cioè quelle sostanze chimiche con cui si possono produrre illegalmente doghe sintetiche, fentanyl compreso.

Il fentanyl è un oppioide creato nel 1960 da Paul Janssen; è usato come anestetico per il trattamento del dolore specialmente quello oncologico.
L’organizzazione mondiale della sanità lo ha inserito nella lista dei farmaci essenziali è molto più potente della morfina ed è per questo che il suo uso sanitario è rigidamente controllato.
Per il traffico illegale, è finito come sostituto dell’ eroina, come sostanza da taglio di altre sostanze aumentandone la pericolosità. E il mercato illegale offre anche altri prodotti di sintesi derivati dal fentanyl, alcuni dei quali ancora più potenti e pericolosi.

Negli stati Uniti è diventato la causa di una vera e propria epidemia che provoca decine di migliaia di morti all’anno. Gli Stati Uniti stanno vivendo la peggiore crisi di overdose della loro storia, con 110.000 persone che muoiono ogni anno. La maggior parte delle overdose mortali riguardano gli oppioidi (*)

Le cause sono diverse legate anche alla particolare situazione americana.
La grande industria farmaceutica ha ricavato enormi profitti medica medicando lo stress sociale della classe media in declino e soprattutto della classe lavoratrice bianca travolta dai processi
di de-industrializzazione, dalla perdita di posti di lavoro, dal collasso delle comunità locali in particolare nelle aree rurali bianche.
Ai problemi sociali ed economici e alla disillusione politica si è risposto con pillole di oppioidi, una strategia che è stata avallata dalle grandi compagnie di assicurazione che finanziano il settore sanitario perché le pillole hanno rappresentato la soluzione meno costosa ai tanti problemi di assistenza sanitaria. Questo mentre in parallelo veniva combattuto una guerra alle droghe illegali usate dalle popolazioni non bianche e dai poveri, nel corso della quale neri e latinos residenti nelle grandi aree urbane sono stati le principali vittime sia per le morti di overdose sia per la repressione della polizia e per l’incarcerazione di massa. E questo negli Stati Uniti.

In Europa la presenza di fentanyl nel mercato illegale è segnalata da alcuni anni.
L’Europa però non è l’ America; si tratta di due situazioni molto diverse ha chiarito Angela Me direttrice ricerche dell’ufficio dell’ONU sulle droghe e il crimine che ha sede a Vienna.
Negli Stati Uniti c’è un vero e proprio traffico gestito dai cartelli messicani che non rubano i farmaci ma producono direttamente il fentanyl utilizzando i precursori chimici provenienti dall’Asia e qui la Cina ha un ruolo molto, molto importante.

Il fentanyl è usato per tagliare quasi tutte le droghe in circolazione, l’eroina non basta più dice Angela Me. I cartelli hanno creato la domanda di un nuovo prodotto molto più potente.
In Europa tutto questo non si vede ancora, per ora ci sono state sono situazioni sporadiche ma è scattata l’allerta da qualche anno anche perché, sottolinea sempre Angela Me, la grande incognita è legata all’Afghanistan il maggiore produttore mondiale di oppio. Dopo il ritorno al potere, i talebani lo hanno messo al bando e dai primi riscontri la produzione sembrerebbe drasticamente calata ma bisognerà attendere il raccolto di quest’ anno che si concluderà a giugno. Se il crollo dell’oppio afgano sarà confermato, osserva Angelo Me, per gli oppioidi sintetici potrebbero aprirsi nuovi mercati e questo anche perché per produrli e venderli non sono necessari grandi sforzi logistici come nel caso, per esempio, dell’eroina o della cocaina.
Il dipartimento per le politiche antidroga, parliamo dell’Italia, nella relazione annuale al Parlamento segnala la presenza del fentanyl nel nostro paese sul mercato illegali in 29 delle 33 città prese in esame. Piccole dosi e pochissimi casi di dipendenza, cinque in tutto sono i soggetti presa in carico dei servizi sanitari, dieci se si considera anche l’abuso di fentanyl come sostanza secondaria. Dunque, il fenomeno da noi è ancora praticamente irrilevante ma, come nel resto
d’Europa, va tenuto sotto osservazione.

I presupposti che si sviluppi da noi il problema fentanyl ci sono tutti, anche perché la criminalità organizzata sta, come dire, sondando il mercato per capire quanto gli possa convenire.
Bene ha fatto il Governo, dunque, a porsi il problema dell’uso improprio degli oppioidi, peccato che gli strumenti prefigurati siano ancora e sempre quelli della guerra alla droga che non faranno altro che aggravare i problemi. Tra l’altro anche con il supporto della gran parte della stampa che continua a preferire la scorciatoia delle forme di comodo e dei luoghi comuni ad un’informazione corretta e documentata. E andando avanti, così spero di sbagliarmi, tra qualche anno saremo una volta di più a contemplare l’ennesima sconfitta, a contare nuovi morti e a misurare un ulteriore successo dei narcotrafficanti.
Permettetemi un post scriptum: dall’inizio dell’anno ad oggi ci sono stati 26 suicidi di detenuti in carcere in due mesi e mezzo, uno ogni tre giorni.
Il fentanyl non c’entra ma c’entra molto la politica delle droghe e c’entra il fatto che a pochi questa cosa sembra interessare.

g. montefrancesco (solo per lievi correzioni della trascrizione automatica)

Fonte
– Editoriale di Roberto Spagnoli – Radio Radicale – 07:30 Durata: 0 sec.  La nota antiproibizionista 18 marzo 2024
– (*) February 1, 2024, By Dr. Nora Volkow, Nora’s Blog. NIDA – National Institute on Drug Abuse