Un falso positivo avviene se i risultati mostrano che la sostanza è presente quando in realtà non lo è.
Test falsamente positivi vengono ottenuti se una sostanza interferente è presente nel liquido biologico ed ha una cross-reattività con i reattivi.
Un accertamento positivo confermato implica soltanto che il campione di urina contiene la sostanza individuata e nulla di più.
Qualche volta falsi positivi sono attribuibili a sostanze ingerite come avviene nel trattamento farmacologico dell’asma o delle allergie.
Alcune sostanze naturali come i thè alle erbe possono dare risposte positive; possono essere analiticamente veri positivi, ma hanno bisogno di essere distinti da quelli dovuti ad uso illegale di sostanze.
Per esempio, per quanto riguarda gli oppiacei, la presenza di morfina in quei soggetti ai quali non è stata prescritta, viene spesso considerata come indicativa dell’uso di eroina. Comunque un test positivo alla morfina può anche essere al contrario il risultato di codeina presente in certi alimenti.
In altri casi un soggetto può risultare positivo a causa di farmaci prescritti da un medico, per esempio la codeina che viene metabolizzata a morfina.
Per quanto riguarda la cocaina, che non ha similarità strutturali con altri anestetici topici che finiscono in “caina” (per esempio procaina, lidocaina), comporta il fatto che un risultato positivo ai metaboliti di questa, in assenza di una chiara spiegazione medica, deve essere interpretato come un suo uso deliberato.
L’interpretazione clinica di positività all’amfetamina è una grossa sfida a causa della somiglianza strutturale di molti farmaci normalmente prescritti compresi dimagranti o anoressizzanti, decongestionanti e addirittura in taluni farmaci impiegati comunemente nella terapia del morbo di Parkinson quali la selegilina.
In qualche caso addirittura, i falsi positivi sono stati il risultato di errori o sabotaggio nella catena di custodia dei campioni urinari.
Nell’interpretazione dei risultati sono possibili talune combinazioni di positività o negatività al test in relazione al fatto che il soggetto abbia o no assunto sostanze d’abuso.
Un risultato positivo o negativo è inoltre fortemente dipendente dalla sensibilità del metodo di rilevabilità della sostanza.
Un falso negativo avviene quando:
• la sostanza è presente ma non è trovata poiché il limite di rilevabilità del metodo è troppo “alto”
• la quantità assoluta della sostanza nel campione è troppo bassa.
Grosse quantità di liquidi consumate prima di ottenere un campione per l’analisi possono influenzare la rilevabilità della sostanza nei campioni di urine.
In condizioni di diluizione, sebbene la quantità assoluta di sostanza o metabolita escreti possa essere uguale in un periodo di tempo, la concentrazione finale per ml ne risulterà ridotta e può dar luogo a falsi negativi.
I livelli di acidità nell’urina possono anche influenzare l’escrezione della sostanza nelle urine.
In alcuni casi, l’eliminazione è aumentata; in altri la sostanza viene riassorbita ed è meno presente nelle urine.
Alcune misure possono essere prese per diminuire il numero di falsi negativi. In primo luogo, la sensibilità del metodo può essere aumentata analizzando i metaboliti della sostanza in questione o anche aumentando il volume del campione utilizzato per l’analisi o trattandolo con opportune sostanze chimiche. In questo modo l’efficacia analitica può giungere al che la stessa dose può essere rivelata persino a distanza di 20 giorni.