Le feste sono finite. Oltre all’emergenza gelo la politica ha poco da dirci. Si torna alle cronache quotidiane. Prime tra tutte la morte del grande filosofo Zygmunt Bauman, il teorico della società liquida, da noi più volte saccheggiato più o meno appropriatamente.
Un pensiero, un ricordo e un grazie a questo pensatore che tanto ci ha fatto riflettere sulla nostra modernità. Ma la notizia sulla quale ho deciso di fermare la mia attenzione è su La Stampa del 9 gennaio 2017.
Il fatto è successo ad Ostia.
Un padre ha abbandonato in macchina il figlio di pochi anni, per alcune ore, per andare a giocare alle slot machine. La madre del piccolo aveva cercato di rintracciarli con il telefonino ma l’uomo non aveva mai risposto. Le temperature quella notte erano di circa 6 gradi C°. La macchina aveva il lunotto posteriore rotto e coperto con una pezza. L’aria di mare è umida e quindi fa ancora più freddo. Il piccolo è riuscito ad attirare l’attenzione di un passante che ha chiamato i carabinieri. I carabinieri sono riusciti a spiegare al bambino cosa dovesse fare per aprire lo sportello, poi l’hanno avvolto in una giacca e messo sulla volante al calduccio. Intanto hanno cercato il padre che era appunto in una sala giochi a cento metri di distanza. Erano tra le tre e le quattro di notte. L’uomo e’ stato arrestato per abbandono di minore. Inutile dire che la ludopatia può portare a questo tipo di amnesia e irresponsabilità.
Tutte le dipendenze possono determinare in qualunque fase della loro espressione (ricerca, consumo o astinenza) una condizione di totale appannamento del pensiero razionale da indurre una completa separazione dalle doverosità, dalle evidenze più ovvie. Ci si può “fare” vicino ai figli, si fuma sino al punto da indurre stati di coma in neonati, le famiglie subiscono condizioni di violenza fisica o abusi per ragione delle sostanze. L’impoverimento economico dato dal gioco d’azzardo è tra le altre causa di infelicità familiare. In sostanza, se così si può dire, il demone della passione, il demone del desiderio aggredisce se stesso come in una malattia autoimmune. Il sistema della gratificazione si ammala o trova le condizioni, le circostanze per ammalarsi. E quando si ammala perde il giudizio ovvero la capacità di interpretare con giustezza il vissuto. Infatti secondo qualcuno il nostro sistema della gratificazione è in realtà un sistema che amplifica le aspettative ed induce ad errori operativi. Da questo punto in poi danneggiare se stessi o gli altri è di conseguenza. Che questo padre si sia comportato da assoluto irresponsabile è quindi evidente ma bisogna capire che la ludopatia, come altre condizioni di dipendenza, è appunto una malattia grave, una patologia che come tale va trattata. Non sappiamo se la detenzione forzata possa far ravvedere questo padre circa la gravità del suo gesto, ma sarebbe già tanto se si rendesse conto di essere malato e che ha bisogno di cure appropriate.
Rocchi e Montefrancesco