News

dott. Giuseppe Montefrancesco

Responsabile del sito
Dott. Giuseppe Montefrancesco

[ VAI a tutte le NEWS ]

Ecstasy e aspettative sessuali

L’ecstasy (MDMA,3,4-metilendiossi-metamfetamina) è tra le droghe più utilizzate al mondo. Una ricerca condotta in Australia, paese in cui vi è un uso diffuso di tale sostanza e pubblicata sulla rivista Australian Psycologist, ha cercato di scoprire le aspettative degli utilizzatori come possibili motivazioni all’uso e al mantenimento dell’uso di ecstasy e di rilevare quanto questa droga incida nell’assunzione di comportamenti sessuali a rischio.

Un campione di regolari consumatori di ecstasy ( N = 220) da Sydney e Canberra, in Australia, è stato reclutato per interviste strutturate faccia-a-faccia; gli stessi consumatori hanno inoltre completato un questionario relativo alle aspettative conseguenti al consumo della sostanza. è interessante notare che sia utenti “leggeri” che quelli “pesanti” avevano le stesse aspettative tranne che i primi approvavano i punti che trattavano dell’aumentata capacità sessuale (conseguente all’azione dell’ecstasy) molto più dei secondi.

Ulteriori analisi hanno mostrato che il livello di rischio sessuale assunto dagli individui del campione in esameè stato comunque elevato, con la maggioranza dei partecipanti che riportavano: di aver avuto pù partners, di aver avuto incontri sessuali “casuali”, di aver fatto sesso sotto l’effetto di sostanze di non aver usato spesso il preservativo. Una scoperta importante è stata che le positive aspettative sessuali legate all’uso dell’ ecstasy erano associate, dai consumatori, al coinvolgimento in un comportamento sessuale disinibito dovuto proprio all’effetto della sostanza. I risultati suggeriscono che l‘assunzione di rischi sessuali è legata non solo alle proprietà disinibenti dell’ecstasy ma anche alle credenze (e alle aspettative) che gli utenti hanno circa gli effetti della droga.

Fonte: P. Proudfoot et al., Ecstasy Use, Outcome Expectancies, and Sexual Risk Taking, The Australian Psychological Society, 25 mar.2011, DOI: 10.1111/j.1742-9544.2010.00016.x   Dr. Giuseppe Montefrancesco