Quale rapporto tra dolore, oppiacei e dipendenza ?
domanda inviata da un lettore___________ Gentilissimo, sinora non abbiamo mai avuto richieste da parte di altri utenti sul tema dell’utilizzo di farmaci nella terapia del dolore. La questione più rilevante che nasce nell’utilizzo degli antidolorifici è il presupposto sviluppo di dipendenza. Tale problema che si porta dietro anche il concetto di dolore, quello di malattia, il senso di espiazione di “colpe”, l’indirizzo religioso, l’insieme di posizioni culturali, ha per molto tempo impossibilitato un trattamento realmente adeguato. Con notevole frequenza i sanitari hanno mostrato elevate resistenze ad “aggiustare” la dose se non addirittura ad utilizzare i farmaci opportuni, per quanto detto. Non ultimo poteva capitare che era lo stesso paziente a frenare il trattamento nella speranza di guarire senza dipendenza o nella idea che la scomparsa del dolore significava che lui non controllava la malattia. Questa realtà, con molte altre sfaccettature, è diffusa in quasi tutto il mondo, malgrado, attualmente, pare migliorata la risposta da parte dei medici. Il dolore va eliminato per quanto possibile e in molte situazioni è afinalistico, inutile e toglie tante energie che invece l’organismo può indirizzare ad altro. Molto spesso in queste condizioni cliniche più che di addiction si parla di pseudo-addiction, nel senso che il paziente esprime una petulanza, una richiesta continua (come si pensa faccia un tossicodipendente) semplicemente perché è sotto dosato, cioè non ha una giusta prescrizione di antidolorifici. montefrancesco