Domande

dott. Giuseppe Montefrancesco

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Ma non è istigazione alla droga? Per esempio in un articolo di Vice

DOMANDA Mi capita spesso di leggere articoli in riviste giovanili in cui si fanno interviste a dei tossici e si parla delle droghe in maniera positiva. Ma non è istigazione alla droga? Per esempio in un articolo di Vice dal titolo “L’MDMA che vi prendete potrebbe non essere MDMA” sostiene che è doveroso per chi ne fa uso sapere cosa assume; per questo, nei festival dove questi ragazzi si ammazzano dalle droghe ci devono essere dei controlli per le sostanze. Si, e chi pagherebbe tutto questo ? E’ ridicolo. Ci vuole la polizia, manganellate e a casa chiusi in camera. Ecco cosa si vuole. Cosa ne pensate? RISPOSTA Signora capisco la sua rabbia, tuttavia oggi la comunicazione è diversa da 10, 20, 30 anni fa. Per comunicare con i giovani occorre usare il loro stesso linguaggio. Ciò permette di avvicinarli e trasmettere messaggi in grado poi di farli magari riflettere o riuscire ad aprire una breccia nella coscienza per portarli a cambiare. L’articolo a cui lei si riferisce l’ho letto anche io e lo trovo molto interessante. Innanzitutto sono d’accordo nel disporre presidi sanitari che attraverso dei test kit possano analizzare le sostanze che i ragazzi assumono. Piuttosto che lasciarli fare, se la repressione non serve, meglio trasmettergli consapevolezza su ciò che assumono. Penso sia tra i modi migliori per stare accanto al problema e stare vicini al fenomeno in tutte le sue sfaccettature. Purtroppo strategie preventive come queste richiedono maggiori risorse sul piano umano ed economico e sicuramente tempi più lunghi nello sforzo di essere accettati prima da tutti da loro, i giovani; poi con la fiducia ottenuta dare un aiuto vero e concreto e non promuovere solo slogan e tanto meno una repressione violenta. Secondo noi questo non è un articolo che istiga a drogarsi. E’ importante far sapere e creare maggiore consapevolezza sul fenomeno, sia per chi ne fa uso sia per chi non ne fa uso. Certo, bisogna far sapere che queste droghe sono tossiche per l’organismo, possono causare la morte e che l’abuso danneggia il cervello. Vero è che, per le droghe leggere, la legalizzazione servirebbe ad esempio proprio a mantenere il controllo del mercato e monitorare la qualità della sostanza. Tuttavia chi si fa sa che rischia e sa benissimo che il rischio lo eccita. La motivazione a ricercare quel piacere nel farsi è più forte rispetto alla motivazione di un amore per qualcuno, di un hobby, di una passione sana, di un interesse per altre cose. Purtroppo la droga sostituisce tutto, la droga diventa tutto, diventa il mondo in cui si è preferito vivere per la propria felicità artificiale e illusoria. Se stiamo con loro forse non solo lo capiranno davvero ma potranno finalmente scegliere da soli in modo intrinsecamente motivato e consapevole; questo è il modo più efficace per prevenire le ricadute.