Le sostante psicoattive possono procurare malattie mentali?
L‟abuso e la dipendenza da droghe e altri disordini mentali sono strettamente connessi, così questa domanda è come due facce di una stessa medaglia. Da una parte, sappiamo da molto tempo che le persone che abusano di droga, in generale, hanno alti tassi di malattie mentali. Infatti, ci sono prove che il precoce abuso di droga può aumentare il rischio di disordini psichiatrici o accelerare il loro corso. Dall‟altra parte, è ugualmente vero che le persone con disordini mentali usano più facilmente droghe degli altri. Per esempio, bambini e adolescenti con disturbi della condotta, deficit dell‟attenzione con iperattività e difficoltà di apprendimento sono a maggior rischio di abusare di droghe degli altri giovani, in particolare se il loro disturbo mentale non viene curato. Le ragioni per cui la dipendenza ed altre malattie mentali sono così strettamente legate e spesso coesistono nella stessa persona non sono del tutto conosciute. Ma gli scienziati credono che ci siano, alla fine, tre differenti ragioni per questo:
- l’abuso di droga può causare uno o più sintomi di un‟altra malattia mentale, attraverso modificazioni negative a lungo termine nella struttura e nelle funzioni cerebrali. Per esempio, l‟uso ripetuto di cocaina può causare attacchi di panico che possono poi persistere anche quando la persona cessa l‟assunzione della sostanza.
- le malattie mentali possono condurre all’abuso di droga, se, per esempio, una persona con disturbi mentali comincia ad abusare di una droga nel tentativo di autocurarsi (ad es. per ridurre o controllare i sintomi del disturbo o quelli causati da un medicinale prescritto per la malattia). Gli alti tassi di dipendenza da tabacco in soggetti schizofrenici possono essere collegati alla riduzione dei disturbi cognitivi legati alla patologia o a contrastare gli effetti secondari del farmaco.
- l’abuso di droga e altri disturbi mentali possono essere causati da fattori comuni quali i deficit di fondo del cervello o l’esposizione iniziale allo sforzo o al trauma. I ricercatori del NIDA stanno utilizzando modelli statistici, neuroimaging, genotiping ed altri strumenti per capire meglio l’interazione dei fattori di rischio nello sviluppo di tali disordini.