Dipendenza da gioco d’azzardo. Quali gli interventi.
L’occasione della storia di Finito ci permette di dare una breve descrizione del complesso degli interventi possibili in caso di dipendenza da gioco d’azzardo patologico (GAP). Per quanto la situazione del paziente in questione sia ad un punto da cui sembra difficile tornare indietro, la capacità di riconoscere e descrivere quanto è successo è la base per ciò che definiamo “ripartenza”. La consapevolezza di un problema è l’elemento indispensabile per poterlo affrontare. Il fatto che, ad esempio, Finito abbia esposto i suoi disagi ed espresso una forma di aiuto (per quanto il caso è fisicamente lontano e questo favorisce dichiarazioni con meno pudori) è già segno di chiara consapevolezza. Speriamo ovviamente che questo si trasformi in attiva decisionalità, considerando che quanto “perduto” potrà essere ricostruito (nei limiti del possibile) e che il paziente riconquisterà con il tempo – in altri termini con la costanza dell’impegno verso il suo problema di dipendenza – fiducia in se stesso e da parte dell’ambiente familiare e affettivo. Rispetto alle necessità che il signore esprime e alla sua richiesta di aiuto, distinguiamo i possibili interventi tecnico-professionali: • rivolgersi al servizio dipendenze di competenza (cioè a quello di residenza) con eventuale richiesta di anonimato (per facilitare il superamento della vergogna ed il timore di giudizio). A questo seguirà l’accoglienza e proposte una serie di valutazioni: • medica (eventuale terapia farmacologica di supporto per sintomi psico-patologici); • psicologica (motivazione, valutazione profilo GAP con test e colloquio clinico, sostegno psicologico per astinenza e prevenzione ricadute), • psicoterapia (se esistono i presupposti e la necessità di approfondire aspetti emotivi e relazionali); • valutazione socio-familiare (analisi dinamiche familiari, analisi situazione economica con indicazioni per un piano di risanamento della situazione finanziaria), sostegno ai familiari; • tutoraggio economico (attraverso il supporto dei familiari e/o di un educatore professionale, nei casi più gravi valutare la possibilità di un amministratore di sostegno). Angela Piccardi Assistente Sociale Equipe GAP Servizio Dipendenze ASL 7 – Zona Val di Chiana Senese