Che vuol dire “ricompensa” nelle droghe ?
Con il termine ricompensa si intendono tutte quelle “cose” che consideriamo e percepiamo come piacevoli e che hanno effetti positivi sul comportamento; in altri termini, con ricompensa, si fa riferimento a “guadagni” che rinforzano un comportamento ed inducono quel comportamento. Ordinariamente siamo motivati a ripetere azioni come ad esempio mangiare, bere, fare sesso, per il piacere che conseguentemente percepiamo o che, prima ancora della stessa azione, prevediamo sopravvenga. In questo modo alcune azioni acquistano valore incentivante ed il complessivo meccanismo di ricompensa ripaga l’individuo per le funzioni espletate, che vengono così apprese e memorizzate. Quanto prima detto, “la ricompensa” avviene sia per le stimolazioni naturali (mangiare, sesso, et al. ) ma anche e potentemente attraverso l’uso di droghe. Nell’ambito delle dipendenze, si fa riferimento al termine “reward system” per indicare un circuito costituito da un fascio di neuroni che, a partenza da una zona posta alla base del cervello (mesencefalo) area ventrale tegmentale (VTA), attraverso lunghe proiezioni assoniche inviano la dopamina sia alla corteccia neofrontale, che al di sotto di questa, in profondità, nel sistema limbico ove è presente tra le altre, il nucleo accumbens. La dopamina è l’elemento chimico che determina il piacere una volta che raggiunge il nucleo accumbens; anzi, il piacere è in proporzione alla quantità di dopamina che inonda tale nucleo. La via dopaminergica è fondamentale per indurre dipendenza sia per gli stimoli naturali che per le droghe. L’uomo memorizza ed impara quanto piacere o benessere ha ricevuto dopo un particolare stimolo; se conveniente tende a ripetere l’azione. Le droghe hanno il vantaggio rispetto agli stimoli naturali di essere molto più efficaci di questi e di durare più a lungo; più dopamina uguale più piacere. Esse così inducono modificazioni cerebrali e comportamentali spesso stabili e non più “riassettabili” come in precedenza. Le droghe, in sostanza, conquistano un meccanismo naturale, nato per altre finalità e non per queste; esse forzano e sfruttano le capacità di adattamento del cervello; e funzioni importanti quali il piacere, la memoria e l’apprendimento vengono indirizzate quasi unicamente verso questo nuovo comportamento, molto “conveniente”. Francesca Targi Bibliografia Ikemomto, S. & Bonci, A. (2014).Neurocircuitry of drug reward. Neuropharmacology, 76, 329-341. http://www.insostanza.it/wp-content/uploads/2013/01/La_scienza.pdf