L’ecstasy o MDMA è così chiamata perché produce esperienze “estatiche”.
La struttura chimica è analoga alla metamfetamina (stimolante simpaticomimetico) e alla mescalina (effetti allucinogeni) e la sua azione si esplica principalmente sulla serotonina di cui ne aumenta notevolmente le concentrazioni a livello cerebrale.
L’ MDMA è un sale cristallino, solubile in acqua e viene venduto in compresse di vari colori, con differenti disegni, misure e forme.
Le compresse vengono ingerite ma sono anche “sniffate” o iniettate dopo frantumazione; talvolta sono inserite nell’ano.
La sua azione permane per 4-6 ore o più (il tempo di ballare tutta la notte nei raves o in discoteca); di norma ne viene assunta più di 1 compressa e spesso è assunta con altre droghe. Oltre agli effetti piacevoli, caratterizzati da una sensazione di “estasi” (euforia, benessere, amore, fiducia verso gli altri, disinibizione e aumentato desiderio sessuale, rilassamento, autoesplorazione, elevata percezione sensoriale ed incremento dell’energia, loquacità,) l’MDMA determina numerosi effetti collaterali che possono mantenersi per i giorni successivi al fine settimana.
L’ipertermia è il rischio maggiore e consegue all’azione diretta dell’ecstasy, agli ambienti in cui è consumato (affollati e molto riscaldati) e al continuo esercizio fisico; l’ipertermia maligna può essere causa di morte. Circa l’eventuale neurotossicità da ecstasy o la persistenza dei sintomi dopo l’uso si può dire che la deplezione di serotonina e la ridotta funzionalità del sistema serotoninergico sono temporanei sebbene alcune dimostrazioni riportano della sua irreversibilità.
I consumatori di ecstasy, per diversi giorni dopo l’assunzione, si lamentano di un umore depresso e di una profonda stanchezza o letargia o difficoltà nella concentrazione e nella memoria. Questi sintomi sono transitori e l’umore ritorna normale entro una settimana.
I cronici consumatori presentano disturbi del sonno, depressione, impulsività, ostilità e selettiva difficoltà nella memoria di lavoro e nell’attenzione.
Il deficit cognitivo può persistere per 6 mesi o più, dopo la cessata assunzione di ecstasy, ma tutti i sintomi appaiono risolversi entro 6 mesi-1 anno.
Non vi sono trattamenti farmacologici specificatamente rivolti all’abuso di ecstasy.