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dott. Giuseppe Montefrancesco

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Deboli scariche elettriche per controllare l’uso di droghe

Il contenuto di quanto riportato nell’argomento è completamente acquisito dalle fonti bibliografiche.
dott. giuseppe montefrancesco

È noto da tempo che l’assunzione di droghe causa l’alterazione e quindi il non perfetto funzionamento di molti circuiti neuronali, compreso quello relativo al controllo inibitorio. Quest’ultimo modula i nostri interventi inibitori e fa in modo di equilibrare le nostre risposte (le nostre decisioni) e renderle più efficaci ovvero finalisticamente più convenienti.
Si può aumentare l’inibizione farmacologicamente o con metodi che diversamente intervengono sulla porzione della neocorteccia che provvede a tale compito. Ad esempio con la stimolazione magnetica transcranica o anche con l’optogenetica di cui su Nature (2013) sono stati presentati eccellenti risultati in ratti resi in precedenza dipendenti da cocaina. In sostanza se la cocaina (o anche altre droghe) “inibisce il circuito inibitorio” con effetti di incontrollabile impulsività, la stimolazione della corteccia neofrontale è in grado di restituire saggezza e sanità.

Riporto uno studio, della stessa natura, pubblicato nel numero di giugno del 2011 Neuroimage, ove il controllo inibitorio dei pazienti poteva essere notevolmente potenziato con una lieve stimolazione cerebrale. La ricerca condotta dal team del dottor Chi-Hung Juan dell’Institute of Cognitive Neuroscience, National Central University di Taiwan dimostrava che quando una debole corrente elettrica viene applicata sulla parte anteriore del cuoio capelluto dei partecipanti (praticamente a ridosso della neocorteccia frontale anteriore) per 10 minuti, ciò determina il miglioramento della loro capacità di elaborare risposte e controllare efficacemente l’impulsività.

Tale metodologia ha quindi la potenzialità di servire come trattamento non invasivo per pazienti con patologie quali il deficit di attenzione e iperattività (ADHD), la sindrome di Tourette e nei casi di tossicodipendenza o impulsività violenta. Il professor Chi-Hung Juan che ha guidato il team di ricerca ha osservato che “I risultati che la stimolazione elettrica del cervello può migliorare il controllo del comportamento non solo forniscono una maggiore comprensione delle basi neurali del controllo inibitorio, ma suggeriscono anche una possibile futura modalità di intervento terapeutico per pazienti, come tossicodipendenti o bambini iperattivi (ADHD).

dott. giuseppe montefrancesco

Fonti bibliografiche
Modulating inhibitory control with direct current stimulation of the superior medial frontal cortex. NeuroImage (2011). Tzu-Yu Hsu, Lin-Yuan Tseng, Jia-Xin Yu, Wen-Jui Kuo, Daisy L… Hung, Ovid J.L. Tzeng, Vincent Walsh, Neil G. Muggleton and Chi-Hung Juan. doi:10.1016/j.neuroimage.2011.03.059
B. T. Chen et al., Rescuing cocaine-induced prefrontal cortex hypoactivity prevents compulsive cocaine seeking, Nature, 2013, 496, pag 359.