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dott. Giuseppe Montefrancesco

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Si passa spesso da una dipendenza ad un’altra?

I disturbi da abuso di sostanze hanno un decorso prevalentemente caratterizzato da periodi di remissione e di ricadute.
I trattamenti attivi e a lungo termine di cui necessitano i pazienti, hanno lo scopo di mettere fine a questi cicli e sono caratterizzati da astinenza (o forte riduzione del consumo e degli effetti), prevenzione delle ricadute, riabilitazione. Ci sono tuttavia alcune convinzioni che nel tempo hanno inciso fortemente creando un senso di demoralizzazione e mancanza di speranza sia nel medico che nel paziente in trattamento.
La convinzione più diffusa è quella che le persone le quali riescono a superare la loro dipendenza da una sostanza hanno maggiore probabilità di diventare dipendenti da un’altra sostanza. Si può definire come sostituzione dell’addiction  che ha alimentato negli anni l’idea o un vero e proprio stigma per cui un tossicodipendente rimarrà sempre un tossicodipendente; (una volta alcolista sempre alcolista ) Recentemente però questa convinzione è stata fortemente smentita da uno studio molto ben congegnato e attendibile che ha puntato al cuore del problema.
La ricerca, condotta da Carlos Blanco, MD, PhD, della Columbia University e dell’ Istituto Psichiatrico dello Stato di New York, New York City, dimostra, a differenza dell’opinione diffusa tra molti medici, che gli adulti i quali sperimentano la remissione da un disturbo da uso di sostanze (SUD) non hanno un maggiore rischio di sviluppare un’altra dipendenza. I ricercatori hanno utilizzato i dati epidemiologici da un campione rappresentativo a livello nazionale, composto da circa 34.653 adulti provenienti da un indagine sulle dipendenze e relativi disturbi. Di questi ne sono stati selezionati 6016, secondo determinate caratteristiche socio-demografiche e disturbi psichiatrici, e divisi in 2 gruppi: 3275 soggetti che avevano abusato di almeno 1 sostanza tra il 2001-2002 ma che non avevano presentato segni di remissione da qualsiasi dipendenza durante il periodo 2004- 2005, 2.741 persone che avevano abusato di almeno 1 sostanza ma che avevano sperimentato la remissione negli stessi periodi considerati.
I risultati delle interviste e dei test psicodiagnostici, hanno mostrato che solo 548 persone dei 2741, quindi circa un quinto, avevano sviluppato un disturbo di nuova insorgenza da uso di sostanze (SUD) a distanza di 3 anni. In sostanza gli individui che hanno sperimentato la remissione da una dipendenza sembra abbiano significativamente meno probabilità di sviluppare un nuovo SUD da alcol, cannabis, oppiacei, o cocaina od altre droghe, rispetto a coloro che non si sono impegnati nella remissione. Tuttavia sono stati confermati alcuni noti fattori di rischio, in quanto essere di sesso maschile, di giovane età, non sposato, di uso precoce di sostanze e la presenza di disturbi psichiatrici sono tutti aspetti che aumentano significativamente le probabilità di sviluppare una nuova dipendenza nel corso del tempo.

Il presidente dell’ American Psychiatric Association’s ha così commentato:
“Nonostante le neuroscienze abbiamo rilevato che in tutte le dipendenze si hanno delle modifiche cerebrali e che esistono personalità altamente dipendenti non significa che si è dipendenti per tutta la vita e che se si smette di usare una droga allora è probabile che si passi ad altra dipendenza da sostanze o addirittura che si salti ad un comportamento dipendente come il gambling o il sesso. I pazienti in trattamento meritano pertanto di essere trattati con empatia e da esseri umani. In sostanza un maggiore supporto psicosociale aumenta la compliance (la maggiore adesione e partecipazione al trattamento) che è fondamentale nel ridurre il rischio di ricadute.

Aimone Pignattelli
Fonti
Carlos B., Substitution Switching-Addictions Hypothesis A Prospective Study in a Nationally Representative Sample. JAMA Psychiatry. 2014, 71:1246-1253.
Mauri M., Pezzica P., 1993. Disturbi da uso di alcol. In Pancheri P.,
Cassano G.B., Trattato Italiano di Psichiatria. Masson, Milano.