Cocaina e sesso
La cocaina è una sostanza estratta dalle foglie della pianta sudamericana della coca.
Si presenta sotto forma di polvere bianca cristallina, dal gusto amaro.
La cocaina o il crack, così come le amfetamine o il caffè, appartengono alle sostanze stimolanti perchè in grado di velocizzare la complessiva attività del sistema nervoso sia centralmente che perifericamente. Il piacere intenso prodotto dalla cocaina è dovuto alla potente capacità di bloccare il reuptake della dopamina, quindi di aumentarne la concentrazione e di prolungarne il tempo di azione; tutto viene intensificato in maniera non naturale.
La cocaina si può “sniffare”, assumere per endovena, per inalazione dei vapori (crack) o masticando le foglie; può essere anche applicata sui genitali.
Spesso la cocaina viene utilizzata assieme ad altre sostanze; con l’eroina (speed ball), metadone, benzodiazepine o alcol; con quest’ultimo si forma cocaetilene, una pericolosissima sostanza causa di frequenti decessi.
Generalmente l’utilizzo di cocaina viene utilizzata per aumentare la libido e la potenza sessuale Tuttavia, gli effetti sul comportamento sessuale, osservati nei consumatori, variano in relazione alla dose, alla personalità del consumatore e alle circostanze dell’uso; le donne sono tuttavia più suscettibili all’effetto stimolante.
Una dose medio-bassa di cocaina (25-150 mg), produce euforia, un senso di aumentata forza fisica e mentale, un aumento delle percezioni sensoriali e di conseguenza, un aumento del piacere sessuale. Dopo l’iniziale fase euforica (che può durare generalmente meno di 1 ora) può seguire una indifferenza sessuale. Alti livelli di cocaina possono determinare stati di allucinazioni, psicosi e stati di ipersessualismo che possono sfociare in maratone di sesso o masturbazione compulsiva. L’utilizzo della cocaina è molto legato al setting in quanto viene frequentemente consumata in ambienti ricreativi quali pub, discoteche, party.
L’azione afrodisiaca (aumento del desiderio sessuale) è sfruttata dalla donne dipendenti da crack, dedite alla prostituzione praticata nei locali, e dai clienti stessi, per migliorare le performance sessuali. Negli uomini l’utilizzo di cocaina, oltre ad aumentare il desiderio, riduce la sensibilità (la cocaina è anche un anestetico locale) rendendo difficile l’eiaculazione e ritardando pertanto l’orgasmo.
Un utilizzo cronico, soprattutto ad alte dosi, si accompagna ad una diminuzione della potenza sessuale sino ad arrivare ad una fase di anedonia sessuale. Il calo dell’attività sessuale si esplica attraverso un abbassamento del desiderio sessuale correlato probabilmente ad una iperprolattinemia nella donna e ad una diminuzione del testosterone nel maschio.
Tra i consumatori finalizzati la sostanza viene assunta in previsione di un rapporto sessuale per sentirsi più seducenti, più desiderabili e per far fronte ad una presunta incompetenza sessuale. Quella che viene maggiormente salvaguardata è l’immagine del buon amante agli occhi del partner non tanto la soddisfazione condivisa dell’atto sessuale. Dalle testimonianze infatti emerge come gli effetti derivanti dalla cocaina comprendano un aumentato livello di eccitazione sessuale in contrasto con una riduzione della capacità di raggiungere l’orgasmo.
Una sorta di piacere anelato ma raggiunto, purtroppo, con enorme difficoltà.
Un altro fattore associato all’utilizzo di cocaina in contesti ricreativi-sessuali, comprende una struttura personologica caratterizzata dall’impulsività e da una continua ricerca di forti emozioni, denominata “sensation seeking” . In tal modo, le sensazioni percepite durante le attività sessuali verrebbero amplificate e l’impulsività del soggetto, sotto l’effetto di sostanze, aumenterebbe esponendolo ad un numero maggiore di rapporti ed alla mancanza di opportuni metodi contraccettivi.
Dr.ssa Francesca Targi psicologa
Bibliografia: Snenghi, R. et al., (2001). Gli effetti delle droghe sul comportamento sessuale. Journal of Addiction, 30, 41-45. Maroli, A. et al., (2000).
Indagine conoscitiva su uso di sostanze psicoattive e sessualità. Boll. Farmacodip. E Alcolis., 4, 32-37.