Sovralimentazione-obesità, circolo vizioso
Una nuova ricerca fornisce la prova del circolo vizioso che si crea quando un individuo obeso mangia tanto per compensare il ridotto piacere che gli proviene dal cibo.
In realtà i soggetti obesi presentano un minor numero di recettori del piacere e assumono molto cibo nel tentativo di ottenere un piacere ricercato e non ottenuto. La ricerca prodotta ad Austin, Universityà del Texas, e all’Oregon Research Institute mostra che l’eccesso di cibo assunto in realtà può paradossalmente indebolire la capacità di risposta dei recettori del piacere (“ipofunzionalità dei circuiti di ricompensa”), riducendo ulteriormente la ricompensa che si vuol raggiungere con un eccesso di cibo.
L’assunzione di cibo è associata al rilascio di dopamina. Il grado di piacere che deriva dal mangiare è correlata alla quantità di dopamina parallelamente rilasciata.
Evidenze scientifiche mostrano che gli individui obesi hanno un minor numero di recettori di dopamina (D2) nel cervello rispetto agli individui magri e questo può dare ragione del fatto che gli individui obesi mangiano troppo per compensare questo deficit.
Le persone con un numero inferiore di recettori della dopamina hanno quindi la necessità di assumere in maggior quantità una sostanza gratificante – come il cibo o le droghe – per ottenere un effetto che altre persone ottengono con meno. “Questo è la prima prova che dimostra che lo stesso eccesso di cibo blocca, impedisce un buon funzionamento del circuito del piacere” dice Stice, scienziato senior press l’Oregon Research Institute, un’organizzazione non-profit, Centro indipendente di ricerca comportamentale. “La indebolita responsività del circuito ricompensa aumenta il rischio di un futuro aumento di peso. Questo potrebbe spiegare perché l’obesità presenta in genere un decorso cronico ed è resistente al trattamento”.
Con l’utilizzo della Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI), il gruppo di Stice ha misurato quanto una certa area del cervello (lo striato dorsale) venga attivata in risposta al consumo di un frappè al cioccolato, rispetto ad una soluzione insapore. I ricercatori hanno monitorato nelle partecipanti i cambiamenti nell’indice di massa corporea per più di sei mesi. I risultati hanno indicato che nelle donne che aumentavano di peso, sei mesi dopo, si osservava un’ attivazione significativamente inferiore (quindi un piacere inferiore ) in risposta al consumo di cioccolato rispetto sia alla loro stessa risposta iniziale e sia rispetto alle donne che non avevano guadagnato peso. “Questo è un contributo nuovo nella letteratura del caso, perché, a nostra conoscenza, questo è il primo studio prospettico con fMRI che indaga sul cambiamento della risposta striatal al consumo di alimenti in funzione del cambiamento di peso”, ha detto Stice ( meno recettori, minore ricompensa, maggiore ingestione di cibo per compensare, aumento di peso, minore funzionamento del circuito del piacere, ulteriore tentativo di compensa …). “Questi risultati saranno di notevole importanza nella elaborazione di programmi per prevenire “trattare l’obesità”.
Riferimento: Weight Gain Is Associated with Reduced Striatal Response to Palatable Food Eric Stice, 1A-Sonja Yokum, Kenneth Blum, 2Aand Cara Bohon J. Neurosci., Sep, 2010; 30: 13105 a 13109.