Un po’ di attenzione con la cannabis
Abbiamo spesso trattato del cannabidiolo (CBD), uno dei tanti componenti della cannabis.
Vi riporto un breve riassunto delle sue particolarità, sempre da www.insostanza.it.
Il cannabidiolo (CBD) ha numerose azioni farmacologiche se pure non consolidate e controverse ed è parte dei 70 tipi di cannabinoidi che vengono sintetizzati dalla cannabis.
Assieme al THC (elemento che determina i ricercati effetti psicotropi della cannabis), il CBD ha ricevuto molta attenzione perché, tra le altre, è in grado di limitare l’azione del THC; in sostanza controlla gli effetti di quest’ultimo.
Alcune varietà di cannabis sono selezionate per massimizzare quasi esclusivamente la presenza di THC, altre varietà si selezionano, invece, con prevalenza di CBD.
Il rapporto THC/CBD determina la potenza dell’azione psicotropa della pianta e, come è comprensibile, questo rapporto quantitativo può notevolmente alterare gli effetti della sostanza. L’azione del CBD può così consentire ai pazienti di tollerare quantità maggiori di THC.
Il CBD presenta dei vantaggi rispetto al THC :
— non determina effetti gratificanti, non «stona»,
— ha poco spazio nel mercato illegale,
— ha elevato profilo di sicurezza per un’ampia finestra terapeutica.
In pediatria, l’Epidiolex (nome commerciale del CBD) può essere utilizzato sino 50mg/kg die. Esso attualmente può essere prescritto (abbisogna di un piano terapeutico) nella sindrome di Lennox-Gastaut e nella Sclerosi Tuberosa e nella sindrome di Dravet.
Negli adulti, il CBD è inoltre di particolare importanza nel trattamento della epilessia focale resistente al trattamento farmacologico. E’ risultato efficace, sicuro e ben tollerato con basse dosi iniziali; ha consentito un significativo miglioramento della qualità della vita dei pazienti.
Vi sono però prodotti della cannabis ad elevato contenuto di THC e questi possono causare stati di ansia o paranoia; al contrario tali sintomi possono essere notevolmente ridotti se è associata una pari ed elevata concentrazione di CBD.
Quanto riportato è soprattutto un suggerimento a tutti coloro i quali utilizzano la cannabis a fini terapeutici e che quindi sono costretti, per specifiche condizioni cliniche, ad assumere cronicamente il THC per alleviare, ad es., una cronica e dolorosa spasticità. Non di meno ci rivolgiamo agli utilizzatori della cannabis ad uso voluttuario e consigliamo di “non preferire” solo prodotti ad elevato contenuto di THC; attualmente vi sono varietà della pianta che possono contenerne sino a quasi il 20%.
Lo schema può dare idea delle varie concentrazioni.
E’ sempre buona norma contenere, come prima riferito, gli effetti del THC che frequentemente (soprattutto ad elevate concentrazioni) può causare disagi psichici.
Uno studio condotto su 300 persone e pubblicato sulla rivista Cannabis and Cannabinoid Research, sembra confermare quanto detto.
E’ questo il primo studio, randomizzato, che esamina l’impatto della cannabis legale e disponibile in commercio sui sintomi dell’ansia, considerata, assieme al dolore e ai problemi del sonno tra le principali preoccupazioni mediche.
Il campione in studio era composto da 300 persone.
Sono stati utilizzati
– prodotti a predominanza di THC (24% THC e 1% CBD);
– prodotti a predominanza di CBD (1% THC, 24% CBD);
– un prodotto con uguali concentrazioni (12%) di CBD e di THC.
Alla fine del periodo di studio, quattro settimane, tutti i gruppi hanno riportato una diminuzione dell’ansia, ma quelli che utilizzavano prodotti a predominanza di CBD hanno mostrato il miglioramento maggiore di tutti.
Tutto ciò non fa altro che riaffermare il suggerimento che il CBD dovrebbe accompagnare l’uso del THC in tutti i casi in cui quest’ultimo, per varie ragioni, venga utilizzato cronicamente e ad elevate concentrazioni.
g.montefrancesco
Fonte
Cinnamon Bidwell et al., Acute and Extended Anxiolytic Effects of Cannabidiol in Cannabis Flower: A Quasi-Experimental ad libitum Use Study. Cannabis and Cannabinoid Research, 2024; DOI: 10.1089/can.2023.018