Stamani, appena entrata in redazione di Insostanza la mia giovane collega, piena di entusiasmo mi chiede di poter partecipare ad un convegno sulla prevenzione delle dipendenze comportamentali. Si tratta di una serata sull’argomento rivolta alla cittadinanza con lo scopo di informare e prevenire comportamenti a rischio. Non sono nuova a esperienze del genere e generalmente non mi procura ansia parlare davanti ad un pubblico, quello che invece mi mette in agitazione è cosa dire che non sia già stato detto, che non sia una ovvietà trita e ritrita ma soprattutto riuscire a parlare di argomenti dove la parte teorica e clinica è strettamente collegata a quella umana senza cadere nelle banalità.
Per distrarmi dal dilemma, prendo uno dei quotidiani che il capo puntualmente il lunedì mattina ci mette sul tavolo e dove incappo in un articolino del Corriere della sera intitolato: Il gioco della giustizia sul dramma delle slot. E’ un articolino breve ma significativo e questo è bastato per farmi arrabbiare. In sostanza che dice? Nel 2007 i big delle slot machine Lottomatica, Sisal, Snai, Cogetech, Cirsa, Gamenet, Codere,Bplus e Hbg furono accusati di evasione fiscale per non aver collegato gli apparecchi al sistema di controllo informatico del Monopolio di Stato, più violazione dei contratti e penali varie.
Sono passati 8 anni e da una richiesta risarcitoria di 98 miliardi le società chiudono i conti con lo Stato sfruttando un condono del governo Letta ( il decreto Imu ) con una condanna di poco più di 800 milioni. Meno dell’1%! Vicenda chiusa scrive l’autore della’articolo e si spinge oltre, chiedendosi se a suo tempo ci sia stato un eccesso di protagonismo da parte di una Procura che da una richiesta economica così alta si accontenta di appena l’1%, come dire che lo schiaffo ai potenti diventa un buffetto. O dall’altro lato, saranno forse le lobby delle Slot a essere talmente forti da condizionare il sistema e uscirne sempre vincenti con un ricco Jackpot? Si è vero, chi mi conosce sa che io mi arrabbio spesso sulle questioni del mondo e le sue ipocrisie, sa anche che penso molto cinicamente che il gambling, come del resto tutte le dipendenze, incide nella popolazione con numeri irrisori se commisurati ai ricavi ; i dati nell’anno 2012 del Ministero della Salute hanno stimato in Italia i giocatori patologici tra lo 0,5% e il 2,2%; come dire che facendo una media 1 su 100 non ce la fa.
Sempre dell’1% si tratta!
Ma chi mi conosce sa anche che per me quell’1% non è un numero. E’ una vita che conosco, un vita vittima dell’ignoranza, che quando chiede aiuto è perchè i debiti l’ affogano. E’ un volto che vive nella vergogna, nella menzogna, nella speranza illusoria che la slot a lui, proprio a lui, faccia sentire il rumore delle monetine che escono scintillanti dalla macchina.
E allora ho deciso che parteciperò al Convegno, parteciperò consapevole che lo Stato versione Las Vegas che mette a bilancio gli introiti con cui paga anche me presente a Libro-Paga in quanto sua dipendente; e lo Stato che promuove e tutela la salute, come fondamentale diritto della’individuo e interesse della collettività ( Art. 32 della Costituzione Italiana ) sono la faccia della stessa medaglia, un grande conflitto di interesse dove un operatore della salute ha qualche possibilità di salvarsi e di salvare solo se fa e continua a fare quello in cui crede: informare.
Gabriella Franchini