La marijuana con elevato THC può fare più danni?
Che il contenuto di THC nei prodotti della cannabis (marijuana, haschisc, olio) sia aumentato, questo è certamente vero. Dagli anni ’90 in poi. Spesso non è noto se tale aumento è accompagnato da un analogo aumento di tutti gli altri principi attivi al fine di limitare l’azione di uno solo di questi; ad es. secondo molte ricerche, in particolar modo il cannabidiolo è in grado di contenere gli effetti del THC. Quindi sarebbe importante che ci fosse in giuste quantità. Gli effetti possono anche presentarsi in modo limitato a secondo della tolleranza del consumatore se cioè è più o meno abituato a fumare. Nei fumatori che iniziano tale pratica, un maggior contenuto di THC può esprimersi sia in effetti ricercati (piacevoli) più potenti e lo stesso si può prevedere per quelli collaterali, ovvero maggiore ansia, o paranoia, o allucinazioni o depressione. Danno preoccupazioni, per tutti, l’eventuale espressione di disturbi psicotici soprattutto in pazienti con preesistente disturbo o anche con parenti di primo grado con questa condizione. Va aggiunto che secondo alcuni, rispetto allo sviluppo di psicosi, in realtà, se pure fosse certo un nesso di causalità, l’uso della cannabis avrebbe un impatto modesto sull’aumento di casi nuovi; in ogni caso questo tipo di rischio va comunicato ai consumatori Ovviamente fumare “molto”, diventare un fumatore pesante, assieme ad un prodotto con maggiori concentrazioni del suo principio attivo, può favorire lo sviluppo di dipendenza e modificare in qualche modo il comportamento complessivo.