Come si prendono gli inalanti?
Di norma si inizia con la pratica di inalare le sostanze sniffandole, ossia aspirando direttamente la sostanza dal contenitore o da uno straccio, imbevuto di inalanti. Qualcuno, per ottenere concentrazioni ancora più elevate di vapori e quindi della sostanza/e, usa, prima di sniffare, riscaldare il contenitore oppure tenere lo straccio spruzzato molto vicino alla bocca o al naso (“huffing”); si passa poi ad aspirare le sostanze da buste di carta o plastica. Gli aerosol possono essere spruzzati, scaricati capovolti per aumentare la fuoriuscita del propellente (butano) e per rimuovere ancor di più i componenti non volatili del prodotto. Al di là degli effetti propri delle sostanze, già queste pratiche sono pericolose in quanto possono in vario modo dare asfissia o soffocamento. Tipicamente gli adolescenti usano inalare questi vapori in misura di 15-20 volte entro 10-15 minuti. Questo favorisce una elevata concentrazione delle sostanze anche se l’esatto livello ottenuto dipende e varia secondo il composto e la modalità d’uso. In ambiente di lavoro la massima concentrazione di toluene è di 200 parti per milione; da un sacchetto di plastica con dentro una colla al toluene è possibile ricavare concentrazioni 50 volte maggiori. L’inalazione di solventi è molto frequente in ambienti lavorativi ma le caratteristiche rispetto ad un uso voluttuario sono assolutamente diverse tenendo conto che nel primo caso di norma è conosciuto il tipo di gas o la miscela di gas inalati mentre nel secondo gli assuntori inalano diversi tipi di gas senza interessarsi della natura di questi; inoltre, salvo incidenti, il lavoratore assorbe in lunghi periodi di tempo il gas a differenza di chi ne abusa che vuole raggiungere immediatamente elevate concentrazioni per avere gli effetti desiderati.