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dott. Giuseppe Montefrancesco

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Nuovo codice della strada, alcol e droghe. Sanzioni !

In breve
La norma sulla guida sotto l’effetto di sostanze psicoattive contenuta nel nuovo Codice della Strada, dietro il fine di migliorare la sicurezza stradale, si rivela nei fatti dettata dalla “guerra alla droga”, e in particolare alla cannabis, che si traduce in vera e propria guerra ai consumatori di droghe.
Divieti e punizioni non servono se non sono accompagnati da educazione e informazione corretta.
Anche questa è riduzione dei rischi e dei danni. Per tutti.
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Mercoledì 20 novembre il Senato ha approvato definitivamente il Nuovo Codice della Strada:
Il provvedimento, fortemente voluto dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, vuole migliorare la sicurezza e adeguare la normativa alle nuove esigenze della mobilità.
Il testo riguarda molte questioni:
– restrizioni per i neopatentati,
– rilascio del foglio rosa,
– uso del cellulare alla guida,
– limiti di velocità e autovelox,
– monopattini elettrici,
– tutela dei ciclisti,
– abbandono di animali.
Uno dei punti cardine è l’inasprimento delle sanzioni per chi si mette alla guida dopo aver assunto alcol o sostanze psicoattive.
Per la guida in stato di ebbrezza, le multe saranno più salate e la sospensione della patente più lunga; in caso di tasso alcolemico superiore a 0,8 gr/l sarà obbligatorio, per un periodo di 2 o 3 anni, guidare solo veicoli dotati di alcol-lock, il dispositivo che impedisce l’avvio del motore se il conducente a un tasso superiore a 0 (zero).
Per quanto riguarda l’uso di sostanze, il ritiro immediato della patente e la successiva revoca scatteranno invece per chi risulterà positivo anche senza essere in uno stato di alterazione psicofisica. Le sostanze psicoattive lasciano tracce che possono essere rilevate nel nostro corpo attraverso l’esame della saliva, del sangue, delle urine o dei capelli; la loro permanenza nell’organismo dipende dal tipo di sostanza, dalla quantità e dalla frequenza di assunzione. La presenza dei metaboliti non indica di per sé uno stato di alterazione in atto ma solo che quella sostanza è stata assunta.
L’articolo del codice che riguarda le sostanze stupefacenti è il 187; nella precedente formulazione in vigore dal 1992 era punito, in maniera molto chiara, chiunque guidava in stato di alterazione psicofisica dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope.
Chiunque guida in stato di alterazione non si riferiva all’ uso di sostanze ma all’effettivo stato di alterazione che queste possono provocare.
In pratica, non bastava dimostrare che il guidatore avesse assunto sostanze stupefacenti, servivano test psicofisici che dimostravano uno stato di alterazione in atto; test che di solito, fino ad oggi, sono stati effettuati dalle forze dell’ordine prima di procedere alle analisi in grado di verificare se i limiti quantitativi erano stati superati.
Questo principio era stato confermato da numerose sentenze della Corte di Cassazione, come per esempio quella del 13 febbraio 2023 che aveva ribadito che non era sufficiente dimostrare il consumo era essenziale provare che le sostanze avessero causato uno stato di alterazione durante la guida.
Anche il Consiglio di Stato, con una sentenza dell’agosto del 2019 aveva stabilito che avere consumato una sostanza non rende di per sé una persona incapace di guidare.
La giurisprudenza in materia, la logica e l’evidenza non sono però bastate.

Nella nuova versione dell’articolo 187 le parole in stato di alterazione psicofisica sono state soppresse e dunque, in caso di positività alle droghe, a prescindere dallo stato in cui si trova,
il guidatore verrà sanzionato con la sospensione della patente e il divieto di conseguirla fino a 3 anni. In altre parole, verrà punito chiunque guidi dopo aver consumato una qualche sostanza vietata anche senza essere sotto l’ effetto di questa.

Le principali cause di incidenti stradali sono nell’ordine: la distrazione, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata. Insieme costituiscono oltre il 36% dei casi e il dato è sostanzialmente stabile nel tempo.
Poi ci sono le manovre a regolare, il mancato rispetto della distanza di sicurezza, la mancanza di precedenza ai pedoni, il comportamento scorretto dei pedoni.
Lo scrive l’Istat, nero su bianco, nel report annuale sugli incidenti stradali relativo al 2023 che è stato pubblicato lo scorso mese di luglio. Sempre secondo l’Istat in base ai dati forniti da Carabinieri e Polizia Stradale su un totale di 56075 incidenti con lesioni, nell’8,5 % dei casi almeno uno dei conducenti dei veicoli coinvolti era in stato di ebbrezza mentre nel 3,2 % era sotto l’effetto di stupefacenti, con una lieve diminuzione rispetto al 2022.
Questi sono riportati nell’ultima relazione annuale del Governo al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia che al tema violazioni e incidenti stradali dedica 1 paginetta su 112 totali. Sul sito del Ministero della Salute i dati sono fermi al 2022 ma sono più o meno gli stessi.
Insomma, secondo questi numeri gli incidenti con lesioni provocate in stato di alterazione sono poco più del 10% del totale e sono in gran parte dovuti all’alcol.

Per l’alcol, però
, nel nuovo Codice della Strada le cose restano come sono e come è giusto che sia: bisogna dimostrare lo stato di alterazione.
Per le droghe invece no !
Una disparità che apre poi il discorso sulla legittimità costituzionale della norma ma lascio questo argomento a chi è ben più esperto di me.

Nessuno considera sensato guidare sotto l’effetto di alcol, di cannabis o di altro.
In queste condizioni la guida rappresenta un pericolo per sé e per gli altri, così come l’utilizzo del cellulare, la guida distratta o il mancato rispetto dei limiti di velocità.  Ma è fin troppo evidente che la modifica dell’articolo 187 del Codice della Strada è indirizzata contro i consumatori di sostanze vietate e inasprisce la sfera repressiva che già contempla le sanzioni amministrative previste dalla legge sulle droghe.
E a proposito di queste le segnalazioni ai Prefetti continuano a crescere e producono più di 13000 sanzioni l’anno che per il 76 %, cioè  il 3/4 del totale, si riferiscono a consumatori di cannabis; altre sostanze seguono a molta distanza.
Le sanzioni più comuni sono la sospensione della patente o il divieto di conseguirla e la sospensione del passaporto. Queste misure vengono comminate anche in assenza di un qualsiasi comportamento pericoloso messo in atto dalla persona sanzionata, provocando spesso serie conseguenze negative sulla sua vita sociale, scolastica o lavorativa è spesso quella persona è giovane o addirittura minorenne.
La sicurezza sulle strade è fondamentale ma non credo che il nuovo Codice migliorerà la situazione. Spero davvero di sbagliare, spero di essere smentito dai numeri e questo lo vedremo fra un anno quando faremo un primo bilancio sulla sua applicazione e conteremo magari i danni.
Di sicuro aumenteranno però le multe, aumenteranno le sanzioni comminate ai cittadini e aumenterà il numero dei giovani che finirà nei guai, magari per una canna fumata con gli amici una settimana prima del controllo.

Divieti e punizioni raramente servono se non sono accompagnate da educazione e informazione corretta. Anche questa è riduzione dei rischi e dei danni.
Per tutti un saluto da Roberto Spagnoli

giuseppe montefrancesco (solo per lievi correzioni della trascrizione automatica)

Roberto Spagnoli
“La nota antiproibizionista”, lunedì 25 novembre 2024.