L’Ecuador e i flussi di sostanze verso l’Europa.
C’è una notizia che meriterebbe maggiore attenzione che invece resta in secondo piano rispetto alle 2 guerre in corso, quella in Ucraina quella in Medioriente, sulle quali inevitabilmente si focalizzano la nostra attenzione, i nostri timori. Mi riferisco all’Ecuador.
Il Paese andino sta vivendo in questi giorni una escalation di terrore senza precedenti: violenze indiscriminate nelle strade, colpi di arma da fuoco contro persone inermi, rivolte nelle carceri con presa di ostaggi e uccisioni. E’ quello che Roberto Saviano sul Corriere della Sera l’11 gennaio ha definito un narco golpe.
Non è un colpo di Stato tradizionale non siamo di fronte ad una sollevazione contro il potere costituito per rovesciarlo e sostituirlo con un nuovo regime.
Come scrive Saviano l’obiettivo delle gang criminali è quello di terrorizzare il paese di imporre la loro supremazia, di costringere le autorità a negoziare con loro
Main trafficking connections between Latin American ports and EU ports in 2020 (based on quantities and number of seizures reported by EU ports). ECMDDA
Ma perché l’Ecuador ? Perché negli ultimi anni questo Paese, abbastanza piccolo, è diventato la principale base logistica dei flussi di cocaina che dal Sudamerica arrivano in Europa.
E come è potuto succedere, dato che fino a poco tempo fa era rimasto un po’ defilato dagli interessi della criminalità organizzata rispetto per esempio al Perù, alla Colombia o all’area caraibica ?
Saviano indica alcuni eventi determinanti: la fine dell’egemonia dei grandi cartelli colombiani e in Colombia la fine della guerra civile quindi del controllo del territorio da parte delle FARC che si finanziavano con la produzione e il trasporto della coca.
Poi l’ascesa al potere dei Narcos messicani che hanno incrementato la produzione in Perù e Colombia usando l’Ecuador come base di stoccaggio e smistamento. Il tracollo del Venezuela dove gruppi criminali in cui sono coinvolti ufficiali militari controllano quasi alla luce del sole i movimenti dei carichi di coca.
L’Ecuador poi si trova in una posizione strategica, complice anche l’instabilità politica e l’aumento della povertà dell’ultimo decennio, ed il Paese è diventato uno snodo fondamentale per diversificare le rotte verso l’Europa. Secondo l’ufficio sulle droghe e il crimine dell’ONU, la quantità di cocaina destinata all’Europa è passata dal 9% per cento nel 2019 al 33% per cento del 2021 e ciò rappresenta un ¼ di tutta la cocaina venduta per l’Unione Europea.
Ad alimentare questa crescita sono stati diversi fattori, tra i quali il forte aumento dei consumi in Europa unito al fatto che il mercato statunitense è saturo e offre margini di guadagno inferiori.
Le organizzazioni criminali europee hanno rapidamente capito la situazione e si sono messe in affari con le mafie sudamericane, in particolare la mafia albanese e la ‘ndrangheta ma anche la camorra.L’Osservatorio Europeo sulle Droghe e le Dipendenze (ECMDDA, European Monitoring for Drugs and Drug Addiction) che ha sede a Lisbona scrive che trafficanti dai Balcani e membri dei gruppi criminali italiani si sono stabiliti in Ecuador per creare catene di rifornimento per i mercati europei.
Insomma il narco golpe dell’Ecuador, lo si capisce, riguarda da vicino anche l’Italia anche il nostro Paese.
L’alleanza tra mafie europee e sudamericane pone seri problemi di sicurezza su entrambe le sponde dell’Atlantico e il timore, assai fondato, è che il contagio si estenda.
Nell’Unione Europea, violenze, omicidi e attentati, legati al traffico di droga, sono aumentati un po’ ovunque in particolare in Belgio, Francia e Olanda.
Pochi giorni fa la sindaca di Amsterdam, per esempio, ha lanciato l’allarme sul rischio che i Paesi Bassi diventino un narco-stato ma già nel 2021 il settimanale tedesco Der Spiegel, nella sua edizione internazionale, in un lungo reportage raccontava come le gang della droga si stessero impossessando dell’Olanda e indicava come fosse la cocaina e il suo boom ad avere cambiato le cose.
In Ecuador, per fronteggiare la grave situazione di questi giorni il neopresidente Daniele Noboa ha dichiarato lo stato di emergenza ordinando l’intervento di polizia e militari a cui ha dato mano libera contro il crimine organizzato. Insomma, la risposta è sempre la stessa, alla guerra si risponde con la guerra.
Ma è una strada destinata al fallimento; lo dimostra il Messico, da quando nel 2006 il governo diede il via all’offensiva contro i cartelli della droga si sono verificati più di 420.000 omicidi e il tasso di omicidi è triplicato arrivando a 25 ogni 100.000 abitanti e nello stesso periodo sono scomparse più di 110.000 persone. Per Nicola Gratteri questa però resta la strada giusta.
Daniel Noboa sta cambiando il Paese, prima i boss avevano carta bianca adesso rischiano il regime di massima sicurezza e processi negli Stati Uniti. Il fatto è che Noboa durerà in carica solo diciotto mesi dato che il suo predecessore, sottoposto ad un processo politico in Parlamento per corruzione, ha deciso a maggio di sciogliere il Parlamento e di indire nuove elezioni
Dunque un presidente a tempo limitato in un Paese che è tra i dieci con il tasso di criminalità più alto nel mondo ma evidentemente il Procuratore di Napoli dispone di informazioni che noi non abbiamo.
Tutti coloro che osservano la realtà che studiano le connessioni tra le politiche delle droghe e i fenomeni criminali sanno che ciò che sta avvenendo in Ecuador prima o poi sarebbe accaduto e che si ripeterà. In Europa forse un’esplosione di violenza di questo genere non è alle viste e nemmeno forse una situazione come quella messicana ma solo perché le organizzazioni criminali da noi usano altri sistemi.
Per questo ciò che accade in Ecuador merita attenzione e deve farci riflettere a fondo sulla realtà delle organizzazioni criminali sul loro potere sulla violenza che sono in grado di scatenare.
La vera minaccia non è la droga sono le mafie prodotte e rese sempre più potenti dalla guerra alla droga.
Fonte
– La nota antiproibizionista. Editoriale di Roberto Spagnoli – Radio Radicale – 15 gennaio 2024 – ore 7:30
– Europe and the global cocaine trade. ECMDDA (European Monitoring for Drugs and Drug Addiction). Last update: 6 May 2022.