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dott. Giuseppe Montefrancesco

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Psilocibina e vari disturbi psichiatrici

La psilocibina, è stata apprezzata per secoli per la capacità di produrre esperienze mistiche ma essa rappresenta anche un potenziale terapeutico in varie patologie psichiatriche.
Tra gli allucinogeni, la psilocibina, appartiene al gruppo degli allucinogeni indolici o triptaminici, come la psilocina.
I principali allucinogeni sono comunque compresi in 2 fondamentali categorie, basate sul diverso composto progenitore:
– le fenetilamine
– gli indolici o triptaminici

La psilocibina è presente in 3 principali generi di funghi (Psilocibina, Conocybe e Panaeolus) ma si trova anche nello sterco di vacca. Gli effetti del “farmaco”sono dovuti all’azione della sostanza sui recettori serotoninergici e durano tra le 4 e le 6 ore. Le allucinazioni sono comuni.
I funghi sembrano causare meno effetti collaterali dell’LSD (fa parte degli indolici o riferito come una ergolina) ma sono stati segnalati casi di ipertermia, convulsioni e coma.
Oltre all’effetto allucinogeno, numerosi lavori sembrano testimoniare la possibilità di impiego di questa sostanza in differenti stati di sofferenza psichiatrica.

– Nell’Oregon, è stato approvato l’uso clinico di funghi psicoattivi per problemi di salute mentale, in centri terapeutici specializzati; si tratta di intervenire in stati depressivi, ansia e disturbi da stress post-traumatico.
Vi è stato notevole interesse da parte della popolazione se pure sono evidenti preoccupazioni in caso di associazione con i farmaci attualmente in uso o in caso di abbandono di questi ultimi.
E’ stato quindi condotto uno studio di revisione, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Psychopharmacology, al fine di osservare quanto può accadere nelle interazioni tra antidepressivi e psichedelici, tra cui la psilocibina.
Tra i lavori (un totale di 40 studi) solo uno esaminava l’interazione tra la psilocibina e gli antidepressivi.
In sostanza, se pure la psilocibina potrebbe offrire benefici la scarsità di documentazione segnala la necessità di ulteriori studi per la sicurezza e l’efficacia nell’abbandono di trattamenti psichiatrici convenzionali.

– Il disturbo depressivo maggiore (MDD) è motivo di notevole preoccupazione per la salute, considerato che tra l’altro colpisce più di 300 milioni di persone in tutto il mondo.
Attualmente si utilizzano farmacoterapie efficaci e si tratta per lo più di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina che così aumentano la concentrazione e la disponibilità di neurotrasmettori cerebrali.
Vi è anche la ketamina o analoghi che esercitano potenti azioni antidepressive attraverso l’azione sul recettore del glutammato, l’N-metil-D-aspartato o NMDA. Nessuno di questi è ovviamente esente da effetti collaterali.
L’azione combinata serotoninergica e glutammatergica della psilocibina pare fornire indicazioni come di un nuovo intervento antidepressivo.
Un trial clinico randomizzato su 24 partecipanti con disturbo depressivo maggiore, i partecipanti che hanno ricevuto una terapia immediata con psilocibina hanno mostrato un miglioramento nella gravità della depressione valutata da un osservatore clinico in cieco e un miglioramento negli esiti riportati dai pazienti durante il follow-up di 1 mese.
Questo studio clinico randomizzato ha quindi mostrato che la psilocibina è in grado di produrre effetti antidepressivi ampi, rapidi e prolungati in casi di disturbo depressivo maggiore.

Fonti
1) Aryan Sarparast et al., Drug-drug interactions between psychiatric medications and MDMA or psilocybin: a systematic review. Psychopharmacology, 2022; doi:10.1007/s00213-022-06083-y

2) Alan K. Davis, PhD et al., Effects of Psilocybin-Assisted Therapy on Major Depressive Disorder
A Randomized Clinical Trial. JAMA Psychiatry. 2021;78(5):481-489. doi:10.1001/jamapsychiatry.2020.3285

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