Il sapore delle sigarette
L’industria del tabacco aggiunge sostanze chimiche per rendere irresistibile il sapore delle sigarette e contrastare gli sforzi del fumatore a smettere. Questo è quanto è emerso dalla ricerca condotta dal Dr.H.R. Alpert della School Harvard di Boston e pubblicata on-line da Medscape.
I ricercatori hanno visionato documenti attestanti che la Philis Morris, per contrastare le perdite economiche provocate dalle campagne antifumo e per migliorare l’accettazione al consumo delle cosiddette sigarette leggere, aveva introdotto additivi chimici per conferire al prodotto un gusto aromatico particolarmente intenso e capace di indirizzare verso la scelta di quella determinata marca di sigaretta. Sono considerate leggere le sigarette che hanno una concentrazione di catrame inferiore a 9 mg, la Philis Morris con la Merit light è stata la prima casa produttrice a immettere in commercio una bionda con gusto e aroma tale da soddisfare anche i palati più esigenti di fumatori accaniti.
Ma cosa contiene la sigaretta di così speciale perchè il fumatore resti fedele al proprio marchio, e anche quando riesce a smettere, nella eventuale e probabile ricaduta, che cosa lo spinge a ricercare la stessa sigaretta così tanto faticosamente abbandonata?
La sostanza chimica a tale proposito usata utilizzato risponde al nome di piperazina.
La piperazina, nata come antielmintico, è anche una molecola psicoattiva con effetto stimolante e antidepressivo; utilizzata con scopi farmaceutici fin dagli anni 70 è considerata legale ma in realtà dal 2009 l’Unione Europa l’ha segnalata come droga sintetica. I composti costruiti sulla molecola della piperazina sono svariati e sono molto utilizzati come droghe ricreazionali (party pills o herbal highs). Vengono venduti in Internet e non è mai certa la quantità di principio attivo presente in queste pillole. Gli effetti soggettivi di alcune di queste droghe benzilpiperazina o metossifenilpiperazina – mimano le azioni rispettivamente delle amfetamine e dell’acido lisergico (LSD); l’eventuale associazioni di entrambe queste 2 sostanze finisce per dare effetti simili all’ecstasy. Anzi, spesso viene utilizzata al posto dell’MDMA in pasticche spacciate come ecstasy, potenziando nell’individuo la sensazione di energia fisica e inducendo una distorsione temporale e percettiva.
La piperazina è una molecola con il sapore tipico di nocciola tostata e in associazione al tabacco assolve la funzione di indirizzare la scelta; aumenta così l’appeal della sigaretta, più difficile abbandonare l’uso ed è più possibile la ricaduta.
Sarà forse questa a tenerci legati alla bionda ?
I ricercatori di Harvard stanno valutando quest’ipotesi, ritenendo che la nicotina da sola non sia sufficiente a spiegare una dipendenza così marcata e gli alti tassi di recidiva, anche quando la nicotina viene utilizzata in forma diversa dal tabacco. Per inciso bisogna dire che la piperazina è usata come additivo anche nelle sigarette elettroniche con lo scopo di migliorare il gusto, l’aroma e il sapore di questi prodotti.
Fonte Questa ricerca è stata pubblicata on line il 10 di giugno su Tobacco Control. ____________
Il commento a questa ricerca per me è da obbligo essendo una fumatrice da più di 40 anni ed avendo smesso per 2 volte di fumare durante questa lunga liason con la sigaretta. Ho sempre raccontato la mia esperienza di ex fumatrice con queste parole: non è stato difficile smettere di fumare, l’ho deciso e l’ho fatto, non è stato neanche difficile affrontare la sindrome astinenziale da nicotina, qualche giorno, poi passa il pensiero del suo odore, il gusto, il suo sapore che non ho mai dimenticato un piacere a poco costo, con qualche controindicazione certo ma a portata di mano sempre!
La sigaretta, droga perfetta se vogliamo, legale, che arricchisce e accontenta tutti: le multinazionali che le producono,i governi che con le accise le tassano, le case farmaceutiche che sulle malattie che causa con i farmaci guadagnano, i ricercatori e i salutisti che le condannano e infine i fumatori che con ogni sigaretta provano 3 minuti di felicità da soddisfare al bisogno.
Un desiderio sempre appagato, che non delude mai e che ogni volta si rinnova perchè privarsene?
Gabriella Franchini infermiera