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dott. Giuseppe Montefrancesco

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Metamfetamine e invecchiamento

Il consumo di metamfetamine è associato a molti effetti negativi, tra i quali una elevata frequenza di malattie correlate all’età.
Esaminando i profili dei lipidi – piccole molecole che sono vitali per molte funzioni cellulari – gli scienziati ora sanno di più su come il consumo di metamfetamina influenzi i processi molecolari che hanno impatto con la salute. Utilizzando colture cellulari e un modello animale di auto-somministrazione di questa sostanza, i ricercatori hanno trovato che le metamfetamine provocano un aumento dei livelli di ceramide in vari tessuti del cervello e del corpo e ciò attraverso l’attivazione di specifici percorsi nucleari (fattore II nucleare).
Al contrario,con l’inibizione di questi fattori o l’inibizione di altri mediatori cellulari in grado di diminuire la formazione ceramide si ha una riduzione dell’infiammazione metamfetamine-indotta e una riduzione dell’invecchiamento cellulare. La ceramide è infatti coinvolta nei processi infiammatori ed una sua iperproduzione viene associata con una varietà di malattie legate all’età. Questi risultati suggeriscono che i farmaci che inibiscono la formazione di ceramide, come ad esempio i modulatori del fattore II nucleare (attualmente disponibili in clinica), possono ridurre alcune delle conseguenze negative legate al consumo di metamfetamine.

Giugno 2015 Fonte PLoS ON, Methamphetamine accelerates cellular senescence through stimulation of de novo ceramide biosynthesis; Giuseppe Astarita et al., Published Online February 11, 2015.