Memoria e Cannabis
Riportiamo l’abstract con il permesso degli Autori. Ci scusiamo con gli stessi in caso di errata traduzione o di alterato significato di quanto da loro prodotto. Molti studi sono stati condotti sugli effetti della cannabis negli utilizzatori che presentavano disturbi di tipo psicotico, con metodi di neuroimaging.
Al contrario molto poco è conosciuto e molto deve essere ancora compreso circa gli effetti neurotossici dei prodotti della pianta su individui sani (su cervelli presumibilmente sani) che comunque “fumano marijuana“.
Per dare risposta a quanto, gli Autori hanno condotta una revisione meta-analitica della letteratura scientifica sugli eventuali effetti neurotossici propri della cannabis sia in soggetti, non psicotici, fumatori e non.
L’ipotesi era che i principi attivi potessero alterare sia la sostanza grigia cerebrale che quella bianca. Una volta selezionati gli studi che sembravano avere le caratteristiche richieste per la meta analisi (14) la disamina ha interessato un data base complessivamente di 362 utilizzatori e 365 non utilizzatori.
Se pure l’analisi non ha dato sicuri risposte a quanto principalmente veniva ricercato, in considerazione della grande varietà tra questi studi, pur tuttavia gli Autori danno indicazione che in caso di forte consumo di cannabis, soprattutto in termini di prolungato e cronico uso di questa, la sua azione può determinare effetti significativi di tipo tossico soprattutto nell’ippocampo (zona deputata alla memoria). Ad esempio negli utilizzatori si poteva osservare un ippocampo del distretto cerebrale cerebrale molto ricco di recettori per i cannabinoidi – di dimensioni ridotte rispetto ai non utilizzatori.
Fonte M. Rocchetti, A. Crescini, S. Borgwardt. Caverzasi, P. Politi, Z. Atakan, P. Fusar-Poli, Is cannabis neurotoxic for the healthy brain? A meta-analytical review of structural brain alterations in non-psychotic users. Psychiatry and Clinical Neurosciences, 2013, 67, 483-492.
Marijuana e ippocampo
Il danno (la disfunzione) che la marijuana provoca alla memoria a breve termine sembra sia dovuto all’alterazione da essa determinata nel modo in cui l’informazione è processata nell’ippocampo, un’area cerebrale responsabile della formazione della memoria.
Test di laboratorio su animali trattati con THC mostrano la stessa ridotta capacità di rispondere a compiti (che richiedono la memoria a breve termine) riscontrata in ratti cui erano state distrutte le cellule nervose del loro ippocampo. Inoltre, i ratti trattati con THC presentavano le maggiori difficoltà con i compiti richiesti precisamente nel momento in cui la sostanza stava interferendo con le normali funzioni delle cellule dell’ippocampo.
Come nelle persone anziane, che normalmente perdono i neuroni dell’ippocampo e si riduce così la loro capacità di ricordare gli eventi, l’esposizione cronica al THC può sollecitare la perdita degli stessi neuroni come correlata all’età.
In una serie di studi, ratti esposti al THC ogni giorno per otto mesi (approssimativamente pari al 30% della loro vita), quando venivano esaminati ad una età tra l’undicesimo ed il dodicesimo mese mostravano perdite cellulari nervose uguali a quelle di animali di età doppia ma non esposti alla sostanza.
Fonte www.insostanza.it = informati: marijuana