Ketamina e PCP
La cosiddetta molecola endogena della schizofrenia, secondo alcuni scienziati giapponesi, avrebbe lo stesso meccanismo d’azione degli allucinogeni, PCP, Ketamina ed LSD.
Dal 1960, gli psichiatri sono stati a caccia di sostanze prodotte dall’organismo che accumulandosi a livelli molto elevati potrebbero produrre il quadro clinico della schizofrenia. I farmaci prima detti, ad esclusione della ketamina, non hanno utilizzo medico ma sono tutti noti per i loro effetti allucinogeni e tra queste è la ketamina che ultimamente è più diffusamente utilizzata.
Quale è il punto di incontro tra lo studio dei giapponesi e le sostanze allucinogene dissociative (PCP e ketamina) ?
Sia la PCP, detta anche polvere degli angeli, che la ketamina sono fenciclinoidi ad azione anestetica con differente durata d’azione (la prima è più prolungata rispetto alla seconda) e minimi effetti depressivi sulle funzioni cardiache e respiratorie; quindi sembravano ben utilizzabili. Possono però, e in particolare la PCP tanto che ne è stato interrotto il suo impiego clinico, indurre uno stato di allucinazione, un comportamento molto aggressivo e un quadro psicotico che non differisce da quello osservabile nella schizofrenia; tale è che questo farmaco può essere utilizzato come modello di questa malattia nell’animale. Si pensava all’inizio che gli effetti fossero dovuti all’azione su un recettore oppioide (il recettore delta) poi è stata imputata soprattutto l’interazione di queste sostanze con i recettori NMDA, del glutammato un importantissimo neurotrasmettitore cerebrale -, sui quali avrebbero una azione selettivamente inibente.
Nella ricerca riportata viene ipotizzata la presenza di un gene misterioso, il GRIN3A, in grado di produrre i sintomi della schizofrenia; tale gene sarebbe stato rilevato nel tessuto cerebrale, postmortem, a concentrazioni molte elevate in pazienti con diagnosi di schizofrenia. In sostanza, questo gene produrrebbe elementi endogeni in grado di bloccare i recettori del glutammato, proprio come la PCP e la ketamina. E’ chiaro che l’ipotesi può apparire semplicistica ma può considerarsi un ulteriore passo avanti verso la’inquadramento patogenetico della malattia che presenta un notevole background genetico, mai sinora definito, e, secondo molti, conseguenza di anomalie funzionali del glutammato.
dott. Giuseppe Montefrancesco
Fonte Atsushi Takata et al.,A A Population-Specific Uncommon Variant in GRIN3A Associated with Schizophreniaa Biological Psychiatry, Volume 73, Issue 6 (March 15, 2013).